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Claudio Ranieri: «La vittoria nel derby è un’emozione ancora più forte per una ragione. Adesso la Roma è una squadra diversa, sa stare in campo. E io sono cambiato…»

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Le parole di Claudio Ranieri, allenatore della Roma, sulla vittoria dei giallorossi nell’ultimo derby contro la Lazio. I dettagli

Il derby vinto 2-0 ha scatenato ancora di più l’amore della gente della Roma nei confronti di Claudio Ranieri. Oggi il tecnico giallorosso è protagonista dell’intervista di apertura del Corriere dello Sport, realizzata dal direttore Ivan Zazzaroni.

LA VITTORIA CON LA LAZIO«Sono emozioni forti, anche perché sono le ultime».
A GIUGNO SI RITIRA«É iniziata l’ultima tappa e quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita».
IL CAMBIAMENTO«All’Olimpico, quando veniva cantato l’inno di Antonello, io non salivo dal tunnel perché mi commuovevo, mentre adesso riesco a reggere l’emozione e, anzi, il canto dei sessantamila mi dà l’ultima botta di energia».
L’ULTIMA CHIAMATA DELLA ROMA«Quel lunedì di novembre, mi telefonò Ghisolfi per dirmi che i Friedkin volevano parlarmi. Sono partito subito per Londra».
I PENSIERI NEL VIAGGIO«Cos’altro avrei dovuto pensare? Avevano appena esonerato Juric, chiamano me e che pensiero posso mai fare? Claudio, si ricomincia».
LA MOGLIE COME HA REAGITO«Rosanna non vuole che si parli di lei, è riservata».
TIMIDO«Sì, io. Per questo non vado sotto la curva, eviterei volentieri le interviste. Ma non posso farlo, è lavoro. Adesso non parlerei con te, per esempio. Ci tocca».
5 DERBY VINTI SU 5«Ero contento per i tifosi. La gioia che riesci a donare è più grande di quella che provi. Io non ho paura di dire le cose: abbiamo battuto una Lazio che sta facendo una grande stagione e un bellissimo calcio. Domenica ho visto una Roma diversa, una Roma che sa stare in campo. Molto distante da quella di Napoli, ma ero arrivato solo da un giorno e i nazionali erano appena rientrati. Il progresso, la crescita è notevole. A Napoli avevamo fatto una partita buonina, ma eravamo stati troppo timidi, non avevamo mai provato a vincere».

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