2019
Ranieri, la Roma, Marassi e la Samp. Quante storie di incroci…
Ranieri, alla guida della Sampdoria ritrova la Roma e Marassi. Tanti gli incroci per il testaccino con i blucerchiati e l’impianto genovese
Il 26 maggio scorso Claudio Ranieri si lasciava andare a delle sincere lacrime dopo i cori di ringraziamento da parte della Curva Sud. Era il giorno in cui, per la seconda volta, il tecnico e la Roma si separavano. Scelta consensuale, ma che ha lasciato un pelo di malinconia sui volti di tutti i tifosi capitolini. Nella panchina della sua squadra del cuore ha “rischiato” di compiere l’ennesimo miracolo, ovvero portarla in Champions League, dopo aver rimpiazzato Di Francesco.
Ed è qui, che il destino, si prende per la prima volta gioco dei supporter della Roma. Adesso, nella Sampdoria, è successo esattamente lo stesso. Di Fra via, dentro il testaccino, chiamato per rialzare la china. Chissà che, quando è arrivata la primissima chiamata del patron Ferrero (molto contestato dal pubblico blucerchiato) non abbia pensato per un attimo a quel 25 aprile 2010. In una tiepida serata all’Olimpico, fu proprio la Samp a strappare dalla maglia giallorossa uno scudetto quasi cucito del tutto.
Lo stadio Luigi Ferraris, Marassi per tutti, adesso è la sua nuova casa. Lì, Ranieri, fu protagonista di un altro evento che ha segnato non poco la sua carriera. Si deve tornare indietro fino al 20 febbraio del 2011. I giallorossi non erano in un brillante periodo di forma ma i 3 gol realizzati nel primo tempo contro il Genoa, quel giorno, erano utili per auspicare un cambio di rotta. Il secondo tempo è uno dei peggiori della storia recente giallorossa, col Grifone che confeziona una rimonta a dir poco clamorosa realizzando 4 reti. La prima esperienza capitolina, per Ranieri, si concluse lì. Dimissioni quasi obbligate e tanti saluti.
Giallorosso dentro, verace, vero. Qualità che il pubblico della Roma non ha mai dimenticato, nonostante oggi il destino (sì, ancora lui) metta di fronte il tecnico al suo debutto nell’esperienza sampdoriana. Qualunque sia l’epilogo del match, i tifosi giallorossi accoglieranno sempre con un applauso l’allenatore. Perché certi affetti, nonostante l’enorme professionalità, non potranno mai svanire nel nulla.