2013
Ramsey, il killer che resuscita
Il gallese segnava poco e dopo ogni suo goal, un personaggio famoso moriva. Adesso le cose sono cambiate
RAMSEY ARSENAL LIVERPOOL – Le avrete viste. Ad un certo punto spuntavano come i funghi, erano dappertutto. Cosa? I meme e le immagini ironizzanti sulle curiosità legate alle reti di Aaron Ramsey. Eterna promessa dell’Arsenal, l centrocampista gallese non aveva mai particolarmente brillato e nelle quattro stagioni passate con l’Arsenal aveva segnato solo dieci reti. Poche per un giocatore che vanta spiccate qualità offensive. Il tratto divertente (o inquietante, se preferite) della storia è chee quelle poche volte in cui gonfiava la rete, un personaggio famoso in giro per il globo si spegneva. Ramsey ha ucciso, in ordine cronologico, Bin Laden, Steve Jobs, Gheddafi e Whitney Houston: tutti sono morti pochi giorni dopo le reti del gallese, o addirittura lo stesso giorno, come capitato alla diva di I Will Always Love You. E da lì battute a gogo: «Parare un tiro di Ramsey equivale a salvare una vita» aveva scritto qualcuno.
Tuttavia, l’incantesimo si è rotto presto. Avrebbero dovuto morire ben dieci personaggi famosi dopo lo stellare inizio di stagione del gallese, eppure i suoi goal stavolta non hanno ucciso nessuno: meglio così per lui e per tutti. Se l’Arsenal ha cambiato pelle ed è diventata la pretendente principale alla vittoria della Premier League è anche merito dell’exploit del gallese. Ramsey è un giocatore diverso dal fantasma che per troppe stagioni ha vagato per il centrocampo dei Gunners, adesso la sua tecnica e la sua intelligenza vengono messe al servizio della squadra e risultano decisive. Si muove meglio, tira di più e quasi sempre nella condizione migliore possibile. La bellissima rete di sabato al Liverpool è un messaggio inequivocabile a tutto il mondo: l’Arsenal e Ramsey fanno sul serio ed intendono eliminare dal proprio vocabolario i termini “promessa” e “futuro” ed inserire “trofei” e “fatti”. E Ramsey ha smesso con le uccisioni o riti vodoo se preferite, adesso ha iniziato a giocare a pallone. E lo sa fare meglio.
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