2015

Raiola: «Stavo comprando il Napoli, poi la Roma e Balotelli»

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E alle milanesi consiglia: «Unitevi in un unico club»

Vecchie suggestioni tornano d’attualità: nello specifico ci riferiamo all’antica idea di unire Milan e Inter in un’unica squadra. Il progetto è condiviso dal noto agente Mino Raiola, che ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ne ha illustrato i benefici: «Milan e Inter si devono unire. Sono state le più ricche del mondo ma non sono mai diventate dei club che possano andare avanti senza Berlusconi o Moratti. I tifosi o continueranno a vedere due mezze squadre o ne vedranno una sola che potrà davvero lottare con Real e Barça», ha dichiarato il procuratore, che ha rivelato di aver cercato di comprare una società in Inghilterra per sfruttare il marchio della città di Londra, come dovrebbero fare i due club meneghini con Milano.

VIZI ITALIANI – Dalla fusione di Milan e Inter all’analisi di alcuni dei problemi del calcio italiano il salto è breve e l’assist lo offre Mario Balotelli: «E’ un prodotto tipico italiano. Cioé quel prodotto che ci rovina ma che ci ha fatto pure vincere quattro Mondiali. All’estero non basta, devi giocare. In Italia è più apprezzata l’individualità. Balotelli con Mancini andava d’accordo, lo usava per quello che sapeva fare. Con un Van Gaal che ti dice “Non me ne frega niente, sei parte di un meccanismo”, avrebbe problemi. In Italia dovremmo dare un’educazione calcistica. Vale anche per gli allenatori: se non parli inglese non capisci gli stranieri e non puoi esportarti». Il modello da seguire è quello della Germania secondo Raiola: «La Figc dovrebbe creare centri di eccellenza che sviluppano i ragazzi sotto ogni punto di vista: sociale, psicologico, tecnico. A Napoli uno deve ancora pagare per far giocare il figlio, è una vergogna. Dopo la chiesa, il calcio è la cosa più importante d’Italia, con questa passione, dovremmo essere all’avanguardia». E tra i consigli ai club italiani c’è anche quello di non comprare e mandare poi in prestito i giovani talenti: «Pensate a uno come Coman: se l’anno prossimo non gioca gli consiglio di andare via. Ma non in prestito, a titolo definitivo. Il giovane in Italia è visto come un rischio, per me è una ricchezza: uno che fa tutto quello che vuoi se gli dai una chance. Mastour? Quel circo attorno a lui non mi piace. Bisogna gestire un ragazzo come se fosse il proprio figlio, e a mio figlio non lo permetterei».

ATTACCO AL POTERE – Raiola ha parlato poi della sua candidatura alla FIFA, che ha ritirato dopo la discesa in campo di Van Praag. E non mancano gli attacchi alla FIGC: «È una vergogna che in Italia Tavecchio appoggerà Blatter. Il presidente della Fifa non dovrebbe essere votato dalle federazioni ma dai club. La federazione deve essere trasparente, dovrebbe promuovere il calcio aiutando bambini, disabili, oppressi. Non serve una Fifa che viene da te, organizza una festa, vende tutti i biglietti, se ne va e ti lascia coi debiti. E poi deve essere la Fifa a decidere se in Italia bisogna usare o no la tecnologia? Fallo decidere a Figc, FA e via così, decentralizza il potere».

I RETROSCENA – Infine, è tempo di rivelazioni: dal mancato acquisto di una parte del cartellino di Mario Balotelli al mancato acquisto del Napoli e alla vicinanza anche alla Roma: «Stavo prendendo una parte di Balotelli, poi il Liverpool ha deciso di fare da solo l’investimento e ho fatto soltanto il procuratore. Sapete che stavo comprando il Napoli? Insieme a Pozzo, prima che arrivasse De Laurentiis. Poi l’affarone l’ha fatto Aurelio. Sono stato vicino anche alla Roma, prima degli americani. Avevo quasi firmato, non vi dico chi era il mio socio. Ma Unicredit aveva paura: abbiamo 3000 agenzie a Roma, dicevano, se diamo la squadra a te ce le bruciano. Il progetto di questa Roma però non mi piace: in quelli che mi piacciono i giocatori che prendi poi giocano. Sabatini è costretto a lavorare in un certo modo, ha un buon allenatore che però i ragazzi non glieli mette in campo».

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