2012

Rafa e il Niño: anime Red alla ricerca del sangue Blue

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Quagliarella con deviazione sul tiro di Pirlo; Vidal al termine di un’azione manovrata; Giovinco con un tocco da biliardo sull’uscita disperata di Cech. Tanto è bastato a Roman Abramovich per sbuffare per l’ultima volta, mettere da parte il buon senso e dare il benservito a Roberto Di Matteo. Forse non è stato solo questo, forse c’è la rabbia per aver investito qualcosa come circa ottanta milioni di sterline per rendere ancor più perfetta la macchina che, forse senza sapere come, è riuscita a vincere la Champions sei mesi fa.

Via libera, dunque, per l’erede di un altro tecnico incompreso dalle parti di Stamford Bridge, come Andrè Villas Boas, e spazio per un nuovo mister che nella terra di Albione ha lasciato un segno tangibile, anche se ha ferito spesso i suoi nuovi tifosi nel recente passato. Rafael Benitez Maudes ha legato a doppio filo il suo nome a due squadre: il Valencia, che è riuscito a guidare addirittura alla conquista di ben due campionati, favorito probabilmente dalle prime crepe nel ciclo dei Galacticos, oltre che di una coppa UEFA; e il Liverpool, alla cui guida ha vissuto la pazza e magica notte dell’Ataturk del 2005 e ha sfiorato il bie due anni dopo ad Atene, condendo la sua avventura con piazzamenti di prestigio e la conquista di una Community Shield.

Poi avviene la separazione dai suoi amati Reds e dal tifo caloroso e mai sparagnino della mitica Kop, per provare ad inseguire un sogno, forse troppo grande anche per l’omone di Madrid: proseguire il ciclo dell’Inter post-triplete e soprattutto post-Mourinho. Sei mesi, tredici giorni e un Mondiale per Club dopo, quest’ultimo conquistato più per la rabbia dei giocatori che per il reale apporto del mister, Benitez alza i tacchi tra il sollievo generale e torna a fare vita da scapolo della panchina. Un anno e pochi giorni dopo, una voce clamorosa rimbalza dall’Inghilterra: Fernando Torres non è più il numero 9 del Liverpool, diventando, in cambio di 63 milioni di euro, il nuovo centravanti del Chelsea.

Una notizia pazzesca, che fa arrabbiare di brutto la già poco paziente Kop e fa, probabilmente, venire il magone a Don Rafa, consapevole del fatto che il ciclo fantastico vissuto dalle parti del Merseyside si è ormai concluso. A distanza di quasi due anni, però, arriva il ricongiungimento tra il maestro Benitez e l’allievo Torres: il Niño dal gol smarrito, che sente talmente tanto il peso degli oltre cento miliardi spesi due anni fa e non riesce più a segnare e a essere decisivo per le sorti della sua squadra, ora ritrova il suo condottiero di tante battaglie al comando di una squadra, che ha fatto spesso piangere i loro nuovi tifosi.

Torres e Benitez, entrambi accomunati dall’essere poco apprezzati dal popolo che vive a Londra e tifa Blues, dovranno lavorare insieme per risollevare le loro sorti, e insieme quelle della squadra più costosa, ma al tempo stesso più disastrata tra quelle che governano il calcio europeo dalla vetta.

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