2015

Quello che l’agente non dice: Vincenzo D’Ippolito

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L’appuntamento periodico per conoscere meglio gli agenti italiani

Appuntamento numero ventuno con la nostra seguitissima rubrica sul mondo degli agenti Fifa. In Italia abbiamo degli interpreti importanti, spesso interpellati dalle società anche su trattative che non riguardano il nostro campionato. Talent socut in continuo aggiornamento, con un grande fiuto per gli affari. E’ il caso di Vincenzo D’Ippolito, protagonista nell’ultimo ventennio di trasferimenti di livello, sopratutto per quanto concerne i talenti uruguaiani. Qualche nome? Edinson Cavani, sugli altri ci arriveremo. In Italia ha scoperto Christian Bucchi quando militava nei campi di Eccellenza prima di spiccare il volo a Perugia. Nativo di Manduria, i suoi primi passi li ha mossi con Eugenio Ascari e Barendt Krausz, nell’agenzia di Antonio Caliendo. . D’Ippolito ha svolto un ruolo prezioso nella crescita professionale del c.t Antonio Conte al quale è molto legato e lo ha assistito per tanti anni durante la sua carriera da giocatore. Non solo Conte nel suo passato ma anche Francesco Moriero, Antonio Chimenti, Francesco Statuto e Flavio Destro, padre del bomber della Roma Mattia. Nel 1998 ci fu una svolta, decisa: D’Ippolito decide di non avere più veri e propri assistiti ma ricopre il ruolo di intermediario. L’Uruguay, come detto, è la sua base operativa con due collaboratori storici ma da pochi mesi si avvale di un’altra figura anche nella penisola italiana. Affabile e educato con la stampa, D’Ippolito è pronto a segnalare nuovi prospetti.

QUATTRO STELLE – Nel nostro giudizio ha avuto una grande influenza il valore e il rendimento dei giocatori che il procuratore pugliese ha portato in Italia. Sicuramente saranno contenti due Presidenti vulcanici del nostro calcio come Aurelio De Laurentiis e Maurizio Zamparini che hanno incassato molti soldi da un fenomemo come Cavani. Stesso discorso valido per il Bologna con Gaston Ramirez o il Cagliari con David Suazo. Il merito di D’Ippolito è stato quello di esplorare un mercato, quello honduregno, spesso ignorato dagli operatori di mercato.

ASSISTITI – Nel caso dell’agente salentino non è propriamente corretto parlare di assistiti ma perlopiù di rapporti personali e professionali molto stretti e importanti con due centrocampisti: Michele Pazienza e Cristian Ledesma. Il primo è in attesa di capire quali saranno le intenzioni del Bologna ma nel caso le offerte non mancano. Discorso più articolato quello relativo a Cristian Ledesma, cuore biancoceleste in attesa di un segnale per il rinnovo. Su queste colonne vi abbiamo più volte aggiornato sulla questione, la volontà del ragazzo è quella di proseguire il suo rapporto con la Lazio. Al momento attuale non si sono registrati grandi passi avanti ma la situazione è in divenire e si potrebbe arrivare ad una schiarita a fine gennaio, quando suonerà il gong del calciomercato.

AREE DI COMPETENZA – Uruguay, Argentina e Honduras sono le mete preferite del noto agente, che fa spesso la spola tra Montevideo e Roma. Quando un giocatore uruguaiano arriva in Italia, nel 70% dei casi c’è il suo zampino.

I TRASFERIMENTI STORICI – Partiamo da quello più importante: gennaio 2007, il Palermo annuncia l’arrivo di un promettente attaccante uruguaiano dal fisico longilineo. Quell’attaccante era Edinson Cavani capace di segnare 112 gol in 213 partite in A tra Palermo e Napoli. Sempre nello stesso anno propone con successo Walter Gargano al Napoli mentre nel 2009 sempre nella ridente città siciliana porta Abel Hernandez. Molti anni prima si rese protagonista del primo trasferimento di un giocatore del continente africano in Italia. I lettori più attenti lo ricorderanno sicuramente: giocava nella Lazio e con la nazionale sudafricana, Mark Fish. Ma anche Wome al Vicenza, Leon dal Deportivo Maldonado alla Reggina nel 2001, Suazo e Edgar Alvarez al Cagliari. Le ultime due operazioni sono state quelle di Ruben Bentancourt dal Psv all’Atalanta nel gennaio del 2014 e Gaston Silva al Torino nello scorso mese di agosto. Il noto agente è intervenuto ai nostri microfoni per commentare l’annosa vicenda relativa all’abolimento dell’albo degli agenti Fifa, materia di dibattito della nostra rubrica: «E’ una situazione sicuramente molto particolare, ma la Fifa ha avuto i suoi motivi. Ci sarebbero da fare diverse migliorie, non so se questa sarà una mossa giusta. Starà molto al lavoro delle società che dovranno essere brave a premiare la professionalità e cercare di non aprire tutti. Io credo che la professionalità sia riconosciuta a chi fa questo mestiere da parte delle società, a chi se lo merita con il lavoro fatto in questi anni».

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