2014

Quello che l’agente non dice: Studio Canovi

Pubblicato

su

L’appuntamento periodico per conoscere meglio gli agenti italiani

Il nome di Dario Canovi rappresenta un pezzo di storia degli agenti Fifa italiani. L’avvocato romano, persona molto stimata nel settore oltre che vera e propria memora storica, fu il primo avvocato in Italia a curare un trasferimento più precisamente quello di Juary nell’Avellino del presidente, recentemente scomparso, Sibilia. Emozioni, vicende e trasferimenti raccontati nel suo libro, ‘Lo stalliere del re’. Il dottor Dario Canovi diventò avvocato nel 68′ in Canada, a Montreal dove ha preso anche la cittadinanza canadese. Sognava di fare il giornalista ma alla fine scelse questa strada, con ben due lauree in giurisprudenza. In Canada era diventato direttore dell’associazione emigranti. La sua carriera da agente iniziò negli anni Ottanta con Giancarlo Marrone, ex giocatore sempre dell’Avellino. In quegli anni diventò anche il primo avvocato fiduciario dell’Assocalciatori. Di padre in figlio, anzi ai figli. Lo Studio Canovi adesso si avvale della serietà e della professionalità di Alessandro e Simone, tre condottieri uniti dagli stessi ideali e una grande passione, il calcio appunto. Sono entrati giovanissimi nel settore facendo tantta gavetta al servizio del padre. Simone ha una laurea in giurisprudenza e un master in diritto amministrativo, mica male. Per tanti anni hanno rappresentato giocatori di livello assoluto, specie il dottor Dario. Da Fabrizio Lorieri a Nestor Sensini, da Sebino Nela a Riccardo Ferri, passando per Alessandro Nesta, Gigi Di Biagio, Falcao a Cerezo. Senza dimenticare quel grande talento che era Bruno Conti, al carattere di Bruno Giordano. Negli ultimi anni si sono distinti per il rilancio di Thiago Motta che Alessandro ha in procura dai tempi di Barcellona. Alessandro Canovi ha fatto per tanti anni spola tra Roma e la Catalogna, in Spagna ci ha vissuto e istaurato contatti importanti. Negli ultimi anni si sono dedicati sopratutto a intermediazioni a livello interternazionale.

QUATTRO STELLE – La loro sede operativa è a Roma anche se sia Alessandro che Simone girano in lungo e in largo per l’Europa. Tra i colpi messi a segno nell’ultimo biennio c’è sicuramente il recente rinnovo, formalizzato nel febbraio scorso, di Thiago Motta con i rouge et blou del Psg fino al 2016. Un segnale di continuità importante dopo una lunga e laboriosa trattativa. Svolgono anche un prezioso lavoro di consulenza, non ultimo quello anche con colleghi come Salvatore Rosina, agente del fratello Alessandro. Dario, Alessandro e Simone sono professionisti molto abili e preparati sia nei rapporti con le società che con la stampa, non si fanno mai negare e cercano spesso il confronto anche su tematiche importanti come l’abolizione dell’Albo, ma ci torneremo dopo.

GLI ASSISTITI – La loro scuderia, in questo momento, verte sopratutto nella gestione degli interessi di Thiago Motta e Vlad Marin, talento classe 95′ di proprietà Juventus ma in prestito al Messina. Marin è un terzino sinistro di cui si dice un gran bene con un percorso molto intenso. La sua prima esperienza in Italia fu nelle giovanili della Lazio, vetrina che gli permise di essere attenzionato dal Manchester City che lo acquistò nell’agosto del 2012. Un anno a Manchester prima di tornare nel nostro Paese, tra le fila della Juventus. Il 31 gennaio del 2014 viene girato in prestito alla Roma dove rimane solo sei mesi prima della nuova destinazione in Lega Pro a Messina, per farsi le ossa in una squadra ambiziosa come quella peloritana. Nella volontà di rinnovare il proprio portafoglio, lo studio Canovi sta gettando le basi per il futuro con la gestione di diversi under 18.

AREE DI COMPETENZA – Dario, Simone ed Alessandro Canovi sono grandi esperti di calcio scandinavo. Vantano rapporti significativi con il Malmoe in Svezia dove hanno trattato per molto tempo il possibile approdo di Pontus Jansson in Italia ma non hanno recitato parte attiva nel trasferimento al Torino. Nel 2011 portarono il roccioso difensore svedese Andreas Granqvist al Genoa dagli olandesi del Groningen e nell’estate del 2013 il giovane Mikael Ishak al Parma dal Colonia. Filo diretto, ovviamente, anche con la Spagna grazie al lavoro fatto da Alessandro ma anche Francia ed Inghilterra. Dario Canovi è stato referente per molti anni di Alex Levach, agente di Micah Richards.

I TRASFERIMENTI STORICI – Citare o analizzare tutti i trasferimenti che portano la firma del gruppo Canovi è quasi impossibile data il ventennio che li vede protagonisti assoluti. Cerchero di prendere in esame sopratutto quelli più recenti come quelli di Enzo Maresca e di Adriano Correia Caro al Siviglia. Quest’ultimo fu portato dal Coritiba ai biancorossi prima del grande salto verso il Barcellona. Nel 2005 curano il trasferimento di Alessandro Potenza al Maiorca dell’allora tecnico Hector Cuper. Nello stesso anno mettono la firma sull’arrivo al Celtic di Glasgow del trequartista nipponico Shunsuke Nakamura dalla Reggina. Il 31 gennaio del 2012 Alessandro conclude il passaggio di Thiago Motta al Psg. Senza dimenticare quelli un pò più datati come Marcio Amoroso dall’Udinese al Parma nel 1999. Una delle operazioni ai quali sono molto legati, specie il padre Dario è quella relativa al rinnovo di Falcao con la Roma. Ai tempi c’erano dei problemi con la Roma e l’allora agente del brasiliano, Colombo, chiese una mano importante al dottor Canovi. Ai nostri microfoni è intervenuto Alessandro Canovi che ci ha dato la sua opionione su un tema che stiamo affrontando in questa particolare rubrica, l’abolizione dell’Albo degli agenti Fifa: «Sono profondamente contrario all’abolizione dell’albo, se tu lasci tutto aperto diventa una jungla. Ci sarebbero molti conflitti d’interesse, problematiche molto serie che mi portano a sperare che non vada in porto. La nostra professione andrebbe regolamentata e omologata, con misure ancora più restrittive. Poi non ci sideve lamentare se succede qualcosa perchè permette a chiunque di fare qualcosa. L’agente non è controllo del giocatore ma una forma di difesa, l’Assocalciatori dovrebbe difendere queste cose. Nel nostro lavoro devi dare molto al giocatore, tutelarlo e facendo cosi viene meno. Per quanto concerne il mio lato professionale è vero, sono molto legato a Thiago. Cerco di fare il mio lavoro con il giusto rispetto dei ruoli, io cerco di fare il meglio per il mio assistito, poi nascono rapporti personali».

Exit mobile version