2015
Quello che l’agente non dice: Francesco Caliandro
L’appuntamento periodico per conoscere meglio gli agenti italiani
Nuovo appuntamento della seguitissima rubrica “Quello che l’agente non dice” con un ospite noto nel panorama del calcio italiano. Stiamo parlando dell’avvocato Francesco Caliandro, dalla provincia di Taranto alla ribalta nazionale per il rapporto decennale con un campione come Fabrizio Miccoli. Un rapporto che è rimasto solido negli anni, resistendo alle intemperie e che ha regalato grandi soddisfazioni ad entrambi. Caliandro mosse i primi passi nel calcio nel 1995 quando inizio a collaborare con Enrico Fedele, agente molto noto sopratutto per la gestione dei fratelli Cannavaro. Qualche anno dopo, a cavallo degli anni duemila, Caliandro decise di mettersi fornendo assistenza legale e non, a diversi giocatori. Le prime procure rispondo ai nomi di Generoso Rossi, ex portiere di Bari, Lecce e Catania e Massimo Manca, primo assistito in serie A con la maglia della Sampdoria. Menzione di merito per un’operazione che potrà l’ex giocatore dalla Fidelis Andria alla ribalta blucerchiata con Spalletti in panchina. L’avvocato Caliandro si avvale della preziosa collaborazione dell’ottimo Diego Nappi, agente o ex come volete, campano e profondo conoscitore di tutti i talenti presenti nella florida regione. I due hanno in procura una lista lunga di giocatori e giovani di belle speranze pronti al grande salto con altri elementi dalla lunga militanza nella nostra serie A come Mauricio Pinilla e Giulio Migliaccio.
TRE STELLE – L’avvocato merita un giudizio di tutto rispetto per la velocità e professionalità con le quali conclude le operazioni. Tante ne sono sfumate sul filo di lana, specie nel passato quando propose per primo Borja Valero in Italia e Nacho Monreal alla Sampdoria ma poi il giocatore virò verso Malaga. Pinilla finisce ai margini al Genoa? Caliandro lo piazza all’Atalanta per aiutare gli orobici a conquistare una importante permanenza nella massima serie. A gennaio prende in procura anche l’attaccante colombiano della Lazio Bryan Perea, un giovane in cerca di rilancio dopo una prima stagione difficile a Perugia. Il duo avrà i fari puntati in estate quando dovranno lavorare sul futuro di due giovani molto interessanti di proprietà del Napoli come Jacopo Dezi e Sebastiano Luperto. Sempre disponibile con la stampa, Caliandro si mostra cortese e rispettoso nei confronti di tutti gli addetti ai lavori, dote sempre più rara.
ASSISTITI – Mauricio Prinilla è il fiore all’occhiello dii un portfolio di buon livello. L’attaccante cileno è una garanzia di gol e impegno, sia con i club che con la Roja. Sogna di tornare a giocare in Cile ma la sensazione è che sia un discorso ancora prematuro, da estate del 2016. Sempre a Bergamo c’è anche Giulio Migliaccio, esperienza e carisma al servizio di mister Reja che sa di poter contare sul mediano. La scommessa più importante Caliandro l’ha fatta su Bryan Perea: parliamo sempre di un giocatore classe 93′ che ben aveva impressionato nella passata stagione, segnando gol importanti in coppa Italia. Mirko Eramo è un centrocampista di proprietà della Sampdoria in prestito alla Ternana. Più di centocinquanta presenze nel campionato cadetto e una serie A solo sfiorata, ci si aspetta il salto di qualità. Vi abbiamo parlato di Fabrizio Miccoli, il Romario del Salento, un giocatore che non ha di certo bisogno di presentazioni. Qualche settimana fa era stato ad un passo dall’addio al suo amato Lecce, possibile che questa sia la sua ultima stagione da giocatore. Il club salentino gli ha offerto un futuro da dirigente del club, Miccoli ci ha abituato a colpi di genio repentini e ce ne saranno ancora altri in futuro, ne siamo certi. Buona la colonia a Trapani con il talentuoso Nadarevic e Marcone, a Livorno per Panucci c’è l’esperto Biagianti. Attenzione a Sebastiano Luperto, difensore classe 1996 del Napoli di cui si dice un gran bene, potrebbe essere la novità del prossimo mercato estivo. Un plauso va alla gestione di Jacopo Deziche era stato convocato dall’ex c.t Cesare Prandelli nei suoi stage azzurri. A suo tempo i due agenti gettarono acqua sul fuoco, cercando di smorzare i toni e non far montare la testa al proprio assistito. Quest’anno a Crotone ha fatto meno rispetto alla stagione, pagando anche l’andamento altalenante dei pitagorici, ma è un centrocampista molto interessante. A Catania brilla la stella di Mazzotta, istancabile stantuffo messosi in gran mostra l’anno scorso a Crotone. Caliandro lo porta a Cesena dopo una lunga trattativa e a gennaio optano per il Catania che avevo sul piatto una ricca offerta
AREE DI COMPETENZA – Rapporti soldi e duraturi con il Benfica, risultato dell’affare fatto con Miccoli qualche stagione fa. Ponte importante anche con la Svezia e l’Aik Solna ma anche in Germania con il potente Wolfsburg.
I TRASFERIMENTI STORICI – Il rapporto con Miccoli, lo abbiamo detto, ha riservato grosse soddisfazioni all’avvocato, considerando tutte le difficoltà extra calcistiche che ebbe nell’esperienza alla Juventus. Nel 2004 lo porta alla Fiorentina, l’anno successivo nel glorioso Benfica in prestito oneroso a novecento mila euro poi rinnovato nella stagione successiva. Importanti i passaggi anche di Mauricio Pinilla, preso in procura nella sua esperienza al Palermo. I trasferimenti al Cagliari prima, al Genoa e Atalanta dopo, portano la sua firma. Il noto avvocato è intervenuto ai nostri microfoni sull’abolizione dell’albo degli agenti, tema trattato nella nostra rubrica: «Come ogni novità, anche la deregulation ha portato diversi punti di discussione. Siamo ancora all’inizio e non c’è una effettive operatività in materia, probabilmente verrano redatti degli accorgimenti a quello che è il regolamento stilato. Sono convinto che bastava apportare solo delle piccole modifiche ai vecchi regolamenti, cercando di migliorarne l’operatività per salvaguardare quella che è la professionalità. Resto dell’idea che cambierà poco e che le società avranno ben presente quelli che sono considerati soggetti affidabili. Tutto questo deriva dalla credibilità che ci si è costruiti con il tempo, con il proprio lavoro svolto che rimane un sigillo di sicurezza».