2014

Quello che l’agente non dice: Bruno Carpeggiani

Pubblicato

su

L’appuntamento periodico per conoscere meglio gli agenti italiani

Trent’anni di calciomercato da compiere a giugno, una miriade di giocatori mossi da una parte all’altro dell’emisfero. Bruno Carpeggiani ha 71 anni e una grande esperienza nel mondo del calcio. Negli anni novanta era decisamente uno dei migliori agenti sulla piazza italiana. Tranne una breve collaborazione con Antonio Caliendo, Carpeggiani ha sempre operato in piena automia. Hanno fatto parte della sua scuderia calciatori del calibro di Lorenzo Minotti, Massimo Carrera, Eusebio Di Francesco, Gianluca Festa, Cristiano Bergodi e Andrea Silenzi. Quest’ultimo fu il primo giocatore a migrare verso la Premier League, nell’estate del 1995. Carpeggiani lo piazza al Nottingham Forest ma la sua esperienza in Inghilterra verrà ricordata come un grande flop, tanto che l’Observer lo mise nella lista dei dieci flop stranieri. Anche il figlio Augusto ha intrapreso la carriera di agente in proprio. E’ legato da un rapporto fraterno con Marco Marchionni che ha seguito passo dopo passo, dai dilettanti fino alla maglia azzurra. Da qualche stagione ricopre il ruolo di Presidente dell’Aiacs, l’Associazione Italiana Agenti Calciatori e Società.

TRE STELLE – Negli ultimi anni una delle pecche di Carpeggiani è stato quello di non rinnovare il portafoglio della sua agenzia. Probabilmente è stata una scelta precisa ma secondo quanto riferito dall’Espresso qualche anno fa, è in lieve perdita anche la sua Italian managers group. In estate ha mosso Marco Marchionni alla Sampdoria, un buon affare considerando la carta d’identità del centrocampista di Monterotondo. La sua missione attuale è rivolta, con maggiore intensità alle intermediazioni, soprautto in Argentina dove ha contatti diretti con alcune società. Un pò burbero con la stampa, in sede di mercato non è affidabilissimo per quanto concerne le notizie e ammetto di averlo testato.

GLI ASSISTITI – Una qualità va riconosciuta al noto agente romagnolo: è riuscito a mantenere saldi rapporti professionali ventennali. Carpeggiani ha messo davanti gli interessi dei suoi assistiti rispetto ai suoi: il caso emblematico è quello di Totò Di Natale. Un bomber senza età e che forse ha raccolto meno di quanto meritasse. Poteva andare al Milan o alla Juventus ma per motivi personali ha scelto di non cedere alle lusinghe e Carpeggiani lo ha seguito, non forzando la mano. Fa parte tuttora della sua scuderia Marco Marchionni e ci è tornato Ezequiel Schelotto anche se è controllato ufficiamente dal figlio Augusto che ha curato i passaggi al Parma prima e al Chievo poi ma c’è la sua regia dietro.

AREE DI COMPETENZA – Da dieci anni a questa parte la sua base operativa è l’Argentina, l’ultimo viaggio fatto pochi giorni fa. Negli anni novanta ha operato tanto in Inghilterra mentre negli ultimi anni sono stati presi contatti anche in Spagna e Portogallo.

I TRASFERIMENTI STORICI – Tanti sono stati i trasferimenti che portano la sua firma, alcuni molto gratificanti. Silenzi al Nottingham Forrest, Festa al Middlesbrough e Marcolin al Balckburn Rovers, tutti sul finire degli anni 90. Nel 1997 concluse il passaggio di Enrico Annoni dalla Roma al Celtic di Glasgow. Carpeggiani collabora da anni con il Banfield e ha portato in Italia Ezequiel Schelotto nel 2008 proprio dalla società albiceleste. Ma non solo, ‘el diez’ James Rodriguez è stato fino a due anni fa un suo assitito. Il suo collaboratore Silvio Sandri lo scopri all’Envigado e lo portò al Banfield. Carpeggiani lo propose, con successo, al Porto prima che il Re Mida Jorge Mendes glielo soffiasse da sotto il naso.

 

 

 

 

 

Exit mobile version