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Quella senza Matthew Perry e Gianluca Vialli

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Mathew Perry è morto oggi all’età di 54 anni: la sua vicenda ci ricorda quella di un altro che ci ha lasciato troppo presto: Gianluca Vialli

Il risveglio di questa mattina è stato duro per tutti quelli della mia generazione. Aprire il telefono e scoprire così che Matthew Perry, il Chandler Bing di Friends, era morto a 54 anni. E per quanto Inter-Roma e Napoli-Milan dovevano avere la mia attenzione, il continuo scroll dei social non faceva altro che sbattermelo in faccia: Chandler Bing era morto. Ironico e autoironico, quasi una copia carbone del suo interprete, Chandler è stato una delle figure chiare per molti di noi cresciuti negli anni 90: la papera e la gallina, le doppie poltrone da dividere con Joey, lui e Monica che mettono la freccia e diventano la vera coppia dello show superando Rachel e Ross.

Il tutto condito da una serie di battute ad effetto che, anche se su certi punti la serie è invecchiata, lo rendono ancora uno dei personaggi più amati della tv. Fuori dal set poi Matthew Perry ha invece avuto a che fare con molti problemi, che ieri notte purtroppo sono venuti a pagare il conto. In una intervista al New York Times del 2022 raccontò che: «Ero un ragazzo che voleva diventare famoso. Volevo l’attenzione, i soldi, il posto migliore al ristorante. Non pensavo a quali sarebbero state le ripercussioni».

Da lì iniziarono i problemi, quel triste detto che i comici sono le persone più tristi: l’alcolismo, arrivato ai 24 anni e la depressione. In seguito ad un incidente arrivò poi il Vicodin e l’abuso di painkillers. In un’intervista ammise che il mix lo aveva portato a dimenticare interi anni di vita, comprese tre stagioni dello show. E il lavoro come ancora di salvezza: «Sono riuscito a soffocare un po’ il vizio del bere perché quando ho ottenuto quel lavoro ho pensato: “Non puoi rovinare tutto questo. È il lavoro più bello del mondo”. E il lavoro mi ha salvato la vita in molti modi».

Il successo che cercava si trasformava nel suo peggior nemico. In occasione della reunion del 2021 disse: «Dai 24 ai 34 anni eravamo ovunque. A me, che sono una persona riservata, recitare in una serie tv da 30 milioni di spettatori ha cambiato la vita». E ancora, sul suo ruolo: «Se non ottenevo risate, andavo fuori di testa. Avevo paura di non riuscire a far ridere il pubblico. Al secondo anno di Friends ho capito che il sogno americano non mi stava rendendo felice, stava riempiendo di buchi la mia vita. Non riuscivo mai a ottenere abbastanza attenzione».

L’intelligenza, l’umorismo e l’amore del pubblico da una parte, i demoni privati dall’altra e sullo sfondo gli anni 90. La morte di Matthew Perry sembra voler chiudere questo 2023 sotto la stessa triste influenza di come era iniziato, con la morte di Gianluca Vialli. Anche per lui il ricordo è delle vittorie in campo, dell’umorismo fine e arguto che in molti gli hanno attribuito. E poi la malattia che se lo è mangiato negli anni. Da figlio degli anni 90 il giorno che morì Vialli mi sono subito tornati alla mente alcune sue partecipazioni a Mai Dire Gol. E ancorail suo vlog di altri tempi prima di uno Juve-Real Madrid, step che portò poi alla Champions alzata da capitano.

Era divertente Gianluca, e lo era anche Matthew. In seguito poi venne la malattia, e la grazia e l’eleganza con cui la ha affrontata mostrano la stessa sensibilità che Matthew Perry aveva nel parlare dei suoi demoni. E quando entrambi sembrarono essersi messo alle spalle, lo fecero affrontando il problema di petto, non come una colpa o una vergogna, ma qualcosa da raccontare per aiutare chi ha sofferto come loro.

E oggi ci rimangono il ricordo e gli abbracci: per Gianluca con il suo migliore amico a Wembley, da campioni d’Europa. Per Chandler quello con il suo migliore amico Joey alle spalle, puntata 16 della seconda stagione.

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