2014
Quel colpo di tacco del Mancio
Dall’esordio col Bologna al ritorno all’Inter: Roberto Mancini
10 E LODE ROBERTO MANCINI – Era il 17 gennaio 1999, Parma e Lazio lottavano per le prime posizioni della classifica. L’equilibrio aveva regnato per gran parte della gara con Hernan Crespo, allora punta dei ducali, che da poco aveva reso vano il vantaggio siglato dagli undici metri da Marcelo Salas. E a spaccare in due il match non poteva che essere una prodezza balistica unica nel suo genere, di quelle da raccontare poi alle generazioni future. Al 68′ Sinisa Mihajlovic alla sua maniera calcia l’angolo alla destra di Buffon trovando al limite dell’area piccola Roberto Mancini che con un colpo di tacco, o meglio di genio, sorprende tutti e mette in rete il 2-1 per i biancocelesti. I capitolini poi la chiusero nel finale grazie a Bobo Vieri, ma questo poco importa: la scena era tutta per la classe di Bobby Gol. Proprio come ora. Con i campionati fermi per gli impegni delle Nazionali, infatti, a tenere banco in questi giorni è stato il ribaltone di casa Inter: bye bye Mazzarri e dentro il Mancio tornato sulla panchina nerazzurra dopo 6 anni e mezzo dall’addio. Un ritorno voluto fortemente da Thohir pienamente appoggiato dai tifosi meneghini che vogliono tornare a sognare dopo gli ultimi anni bui. Ed ora la palla passa proprio a lui che quasi 16 anni fa fece sognare i supporters biancocelesti.
LA CARRIERA – Roberto Mancini è nato a Jesi il 27 novembre 1964. A soli 13 anni passa nelle giovanili del Bologna dopo la segnalazione di Marino Perani, allora responsabile del settore giovanile dei felsinei. E dopo pochi anni per lui arriva il momento di esordire tra i grandi. Il 13 settembre 1981, infatti, contro il Cagliari arriva il suo esordio in Serie A a 17 anni non ancora compiuti. E il 4 ottobre successivo si rende subito protagonista siglando la sua prima rete in massima serie valida per il definitivo 2-2 contro il Como in trasferta. Ma, nonostante le sue 9 reti nelle 30 apparizioni in campionato, il Bologna non riesce ad evitare la retroscessione in Serie B. La cadetteria però va stretta al giovane talento di Jesi che, grazie all’insistenza del presidente Mantovani, in estate si trasferisce alla Sampdoria per ben 4 miliardi di lire più i cartellini di Galdiolo, Roselli e Logozzo. E proprio in blucerchiato Bobby Gol riesce ad esplodere definitivamente regalando gioie e successi al club ligure. Con la Samp colleziona infatti 566 presenze e 171 gol, contribuendo alla vittoria di uno scudetto, quattro coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe. Ma dopo ben 15 stagioni decide di cambiare aria passando alla Lazio dove, nei tre anni successivi, riesce a vincere il suo secondo campionato italiano, altre due coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Uefa. E dopo 136 presenze e 24 reti con i capitolini, l’attaccante decide di provare una nuova esperienza in Premier League passando al Leicester City con la quale colleziona solo 4 presenze prima di appendere le scarpette al chiodo. Nel mezzo, inoltre, le 36 apparizioni con 4 gol all’attivo con la maglia dell’Italia, con l’esordio risalente al 26 maggio 1984: aveva infatti solo 19 anni quando l’allora commissario tecnico Enzo Bearzot decise di convocarlo per l’amichevole contro il Canada.
ANCORA SUCCESSI – E la carriera di Roberto Mancini non si è conclusa con il calcio giocato. Dopo un anno passato a fare da vice di Eriksson sulla panchina della Lazio, viene ingaggiato dalla Fiorentina nel 2001 per sostituire a stagione in corso Fatih Therim dove riesce a vincere la Coppa Italia a fine annata. Nel febbraio 2002, dopo le accuse dei tifosi, decide di dimettersi da tecnico della squadra viola. Durante l’estate per lui si riaprono le porte dei biancocelesti, con la quale firma un contratto biennale e vince, nelle due stagioni alla guida con i capitolini, la sua seconda Coppa Italia da allenatore. La svolta arriva però nel periodo nerazzurro: dal 2004 al 2008, infatti, il Mancio riesce a vincere con l’Inter tre scudetti consecutivi (uno assegnato d’ufficio), due coppe Italia e due Supercoppe italiane. E il tecnico di Jesi ha contribuito a riempire anche la bacheca del Manchester City. Nelle tre stagioni e mezzo alla guida dei Citizens porta a casa un titolo inglese, una Coppa d’Inghilterra e una Community Shield, risultati che però non bastano allo sceicco che nel 2013 decide di sollevarlo dall’incarico. Il periodo senza panchina dura però pochi mesi: il 30 settembre dello stesso anno, infatti, il Galatasaray decide di affidarsi a lui che subentra ancora una volta a Therim dopo un inizio di stagione poco convincente. Ma, nonostante l’insperato secondo posto e la vittoria della Coppa di Turchia, lo scorso giugno Mancini ha deciso di esercitare la clausola liberatoria lasciando così il club giallorosso. E l’uomo del tacco magico e della Coppa Italia (in carriera ha vinto la competizione per ben 10 volte stabilendo l’attuale record) è stato chiamato ora a risollevare le sorti di una squadra che ha vinto tanto anche sotto la sua gestione. Mancini e l’Inter, ancora insieme. Proprio come 10 anni fa.