2014
Quei due sono devastanti ma lo show è di Ventura
Tutto sulla stagione pazzesca di Cerci ed Immobile e su una macchina funzionante: è un Toro da sballo, che attesa per il derby!
SERIE A TORINO CERCI IMMOBILE – I gemelli del gol. Così furono insigniti negli anni ’70 Paolino Pulici e Ciccio Graziani – scrittori di una delle pagine più gloriose della storia granata con il settimo scudetto del Torino nella stagione 1975-76 – e l’accostamento è stato chiaramente immediato. Questo Toro non vincerà il campionato ma ha riacceso i sogni di un popolo frustrato dal recente passato grazie ai suoi nuovi gemelli del gol: Alessio Cerci e Ciro Immobile.
UNA STAGIONE STREPITOSA – Prima di tutto un po’ di numeri: 24 reti in 24 partite, undici gol per Cerci, tredici per Immobile. In Italia nessuno come loro: la coppia gol granata è la più prolifica della Serie A piazzandosi davanti a portenti del calibro di Tevez e Llorente o Higuain e Callejon. Numeri arricchiti dal bottino di assist servito da Cerci – ben dieci – e dai due di Immobile: la torta presenta tutti gli ingredienti per consegnare alla classifica un Torino da sballo, al sesto posto ed in piena lotta per un posto nella prossima edizione dell’Europa League. Classe 1987 il primo, 1990 il secondo: esplosione annunciata? Non propriamente. O meglio: per Cerci è una conferma o al limite una crescita sulle linee di un percorso già avviato, per Immobile la risposta perfetta ai dubbi tempestivamente e frettolosamente sorti dopo la prima stagione di ambientamento in A con la maglia del Genoa.
I MERITI DEL MAESTRO – Si diceva: esplosione annunciata? Magari non a questi livelli ma è fattore risaputo come Giampiero Ventura prediliga lavorare sulla fase offensiva e dunque riesca a proporre un’offerta calcistica intensa e godibile. Ne giovano gli attaccanti, che esplodono se sono bravi o se lo sono di meno rendono comunque al meglio delle loro possibilità. Il Torino ha fornito prestazioni spettacolari e l’ultima dimostrazione è arrivata al Bentegodi: dopo una prima frazione di gara decisamente sorniona è arrivata nella ripresa una reazione spaventosa (segnale di personalità), con Cerci ed Immobile che – ispirati da un El Kaddouri più a suo agio quando impiegato a supporto dei due attaccanti – si sono esibiti in colpi fenomenali. Il romano svaria su tutto il fronte offensivo sfruttando un repertorio fatto di rapidità, dribbling e facilità di tiro, il napoletano è spietato negli ultimi metri ma gioca al massimo ogni minuto della sua partita facendo a sportellate con i difensori avversari e pressando a tutto campo per sostenere l’equilibrio generale.
DERBY, E’ ATTESA FEBBRILE – Il Torino vuole il colpo grosso: tirare un brutto scherzo alla Juventus prima e campione d’Italia per vivere una giornata gloriosa e lanciarsi con ulteriore linfa vitale nella contesa europea, un obiettivo che nelle aspettative iniziali sembrava impensabile. Entusiasmo alle stelle ed attesa neanche a dirlo spasmodica: la piazza vuole il riscatto e si affida ai suoi nuovi gemelli del gol. Oggi non importa il futuro: il Borussia Dortmund sulle tracce di Immobile, le big italiane su Cerci o un Mondiale in arrivo: oggi conta il presente, splendido, fatto di bel calcio ed ambizioni. In una macchina che non funziona esclusivamente in chiave offensiva: il Toro ad oggi ha subito 31 reti, per intenderci tre in più dell’Inter e quattro del Napoli con dotazioni d’organico del tutto diverse. La stagione di Cerci ed Immobile, ok, ma anche di Moretti, di Darmian, Farnerud e compagnia cantando. Ma soprattutto di un uomo: Giampiero Ventura. Che oramai allenerà pure per diletto – come lui dice – ma lo fa bene. Eccome se lo fa bene.