2013

Que serà, Sir Alex (Whatever will be, will be)

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FERGUSON MANCHESTER UNITED INGHILTERRA PREMIER LEAGUE – E’ finita un’epoca. Dopo ventisei anni il Manchester United non verrà più guidato da Sir Alex Ferguson. All’anagrafe sarebbe Alexander Chapman Ferguson ma da anni ormai è Seralexferguson, tutto attaccato e senza pause, come un mantra bello e suggestivo. Stamani sembrava una giornata come le altre, il tecnico si è presentato al Trafford Training Center di Carrington come tutte le altre mattinate in cui doveva dirigere un allenamento e lì è arrivato il fulmine a ciel sereno. La notizia del ritiro di Ferguson ha fatto il giro del mondo e in soli pochi minuti il web si è riempito di messaggi di solidarietà, anche un po’ troppo funerei per trattarsi solo di un addio alla panchina.

Ferguson ha saputo infatti farsi voler bene oltre ad essere uno dei manager più vincenti della storia: ha preso il Manchester United quando era una squadra di metà classifica nel novembre 1986 e l’ha portata sul tetto del mondo, facendola diventare la società con più trofei di tutto il calcio inglese. I numeri sono impressionanti, se si escludono le prime stagioni così così (si parla addirittura di un esonero sfiorato alla fine degli anni ’80, e questo francamente fa un po’ sorridere) si può notare come dal 1992-93, l’anno del primo campionato vinto da Fergie, i Red Devils non siano mai scesi sotto il terzo posto e in quasi tutte le stegioni abbiano portato a casa un trofeo. Ferguson ha saputo crescere più generazioni di calciatori ed il suo merito più grande è quello di aver saputo rifondare la squadra quando ce n’è stato bisogno: ha fatto brillare campioni come Beckham e Cristiano Ronaldo per poi rivenderli e ricominciare da capo. Dai tempi dei vari Busby, Charlton e Best lo United non raggiungeva le vette che ha scalato con il mister di Glasgow, il quale si è addirittura spinto oltre.

Tredici Premier League, due Champions League (e due finali perse), una Coppa delle Coppe, cinque FA Cup, quattro Coppe di Lega, una Coppa Intercontinentale, un Mondiale per Club, dieci Charity Shield possono bastare? Se si aggiunge che è l’ultimo allenatore ad aver vinto la prima divisione scozzese con una squadra non di Glasgow allora ecco che il risultato è la descrizione di un vero e proprio fuoriclasse della panchina. Pensate alla rosa del Manchester United e a come è cambiata nel corso degli ultimi venti anni, difficilmente Ferguson ha comprato giocatori per poi rivenderli subito, ha sempre cercato di far nascere qualcosa, il tanto decantato progetto che va di moda nominare in Italia ma non si riesce ad attuare. Lo scozzese invece ce l’ha fatta, date un’occhiata alla top ten dei primatisti per presenze con la maglia dello United, troverete Ryan Giggs, Paul Scholes, Gary Neville e Denis Irwin, tutti allenati solamente da Ferguson e se si parla dei primi tre giocatori allora vedremo che Sir Alex è l’unico mister di club mai avuto in carriera!

Innovatore forse è dire poco, perché uno che riesce sempre a mutare stile e gioco non può che essere un fenomeno nella sua camaleonticità. Non identifichiamo mai il Manchester di Ferguson con un modulo ben preciso. Certo, ha sempre usato fior fior di ali e la tattica di partenza è il classico 4-4-2 ma ha saputo sfruttare i giocatori a sua disposizione per variegare sempre soprattutto la zona offensiva. Dal folle Cantona ai Calypso Boys, da Van Nistelrooy a Rooney, da Van Persie a Solskjaer-Sheringham passando per mediani coriacei e efficienti come Robson e Keane per non parlare della difesa: il tecnico britannico ha sempre avuto il merito di trarre il meglio da qualsiasi giocatore, che magari in un’altra squadra, anche più piccola, non avrebbe saputo fare quanto di buono visto a Old Trafford. Rimarranno indelebili le sue vittorie come la pazzesca rimonta al Camp Nou nel recupero della finale Champions 1999 col Bayern oppure la Coppa di Mosca del 2008 arrivata grazie al patatrac di Terry. La sua statua imponente figura già sotto la tribuna che porta il suo nome nello stadio di Manchester. Cosa dire di un uomo così se non elogi su elogi, di certo sarà una figura che mancherà al calcio mondiale non solo perché ne ha scritto la Storia, bensì perché si è trattato un eroe quasi romantico in un calcio che adesso è sempre più mosso dalle brame di potere. Non esiste un degno successore di Ferguson, forse il figliocco Ryan Giggs ma una persona del genere va creata nei laboratori del CERN.

«Rinvio il più possibile il ritiro, perché non sopporto l’idea di dover restare a casa con mia moglie». Adesso invece tocca anche a te caro Alex, speriamo solo che sentir parlare di tornei di bridge e uncinetti ti faccia tornar la voglia di allenare.

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