La crisi dell’Inter: Mazzarri alle prese con la settima variante di Zymurgy alla Legge di Murphy

SERIE A INTER MAZZARRI – E’ nota come la settima variante di Zymurgy alla Legge di Murphy: Quando piove, diluvia. Per chi ignorasse il principio cardine della caricaturale e scientifica Legge di Murphy questo è: “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Per intenderci: se un toast cade dal tavolo da un’altezza media impatterà sul suolo dalla parte imburrata.

LEGGE DI MURPHY E MAZZARRI – Sull’aderenza scientifica della Legge di Murphy non stiamo a dilungarci in questa sede: essa risponde di fatto alla legge dei grandi numeri, quella per cui un evento – anche se improbabile – finirà per verificarsi. Alcuni corollari sviluppati nel tempo però giocano in nostro favore e fotografano in pieno l’attuale condizione vissuta da Walter Mazzarri all’Inter: se ne scelgono tre e di seguito le rispettive implementazioni.

“TUTTO RICHIEDE PIU’ TEMPO DI QUANTO SI PENSI” – Sì, ma chi se lo aspettava. Il buon Walter ce l’aveva suonata con la storia del primo anno tormentato – storico passaggio di proprietà ai vertici della casa nerazzurra – e probabilmente aveva anche ragione. Che sfiga, avrà pensato: arrivo all’Inter – suo obiettivo di una vita, quello di sedere su una delle tre secolari panchine strisciate d’Italia (Juventus, Inter e Milan) – e guarda che succede. Ora mi tocca apprendere anche l’inglese. Ecco Murphy. E magari aveva pure ragione, che diamine: i fatti raccontano di un quinto posto sì deludente ma che considerando tutto l’ambaradan in fin dei conti ci poteva anche stare. Il problema (grosso quanto una casa) è ritrovarsi oggi l’Inter al nono posto: no, questo non ci sta. Non ci sta perché la campagna acquisti ha operato in piena aderenza ai dettami del tecnico ed è lui dunque il colpevole di tale inefficienza.

“PER QUANTO NASCOSTA SIA UNA PECCA, LA NATURA RIUSCIRA’ SEMPRE A SCOVARLA” – Sì caro Walter, la storia degli infortuni regge fino ad un certo punto. E’ vero, ne hai tanti – riecco Murphy, la legge della sfiga perseguita chi se la chiama – ma non possono coprire le lacune di un progetto che stenta a farsi riconoscere: che gioco ha l’Inter? Quale la sua idea? Nella felicissima esperienza di Napoli Mazzarri ci aveva insegnato un calcio godibile e funzionale. Ed a tratti nuovo: fatto sì di ripartenze, ma in una versione 2.0. Ossia aggredendo l’avversario già nella sua metà campo in modo tale da recuperare presto il pallone e riversarsi nei pressi dell’area opposta nel più breve tempo possibile ed in superiorità numerica. Non catenaccio e contropiede, per capirci. Nulla di tutto ciò si vede ora e dopo oltre un anno questo è grave: l’Inter non ha un gioco e non sembra essere sulla strada per definirlo. Qualche sprazzo mazzarriano qua e là – più l’anno scorso a dire il vero che oggi, vedi la trasferta di Firenze dove l’Inter si mosse in blocco secondo i diktat del suo allenatore – che chiaramente non può bastare.

“QUANDO PIOVE, DILUVIA” – Ed eccoci al piatto prelibato: dove le colpe possono interamente essere affibbiate a Walter Mazzarri è nei suoi oramai leggendari quanto a dire il vero imbarazzanti post-partita. Si è superato a margine di Inter-Verona, lì dove nella consueta spiegazione della partita ha proferito tali parole: “Poi non ci scordiamo che siamo in emergenza, era prevedibile che i ragazzi calassero, è incominciato anche a piovere”. No, questa non te la possiamo passare Walter. Sono nate pagine e pagine sui social, utenti che oramai aspettano i post-partita dell’attuale allenatore dell’Inter per scatenare tutto il proprio umorismo: quale sarà la prossima scusa accampata da Mazzarri? Questo il quesito che regna sul web puntuale non appena il direttore di gara concede il fischio finale di una partita in cui gioca l’Inter e non ha vinto. No, poco edificante. Poco edificante per un tecnico che per quanto conti gode ancora (ma che fatica!) della stima di chi vi scrive, che ha fatto gavetta e si è meritato punto dopo punto una panchina così prestigiosa: è proprio per tale ragione che dovrebbe evitare. Perché poi, caro Walter, arriva Murphy con le sue varianti: quando piove, diluvia. E se nell’animo di Thohir inizia a diluviare…