2013
Quando i bambini fanno ‘oooooh merda’: l’ipocrisia italiana colpisce ancora
JUVENTUS UDINESE CORI BAMBINI EDITORIALE QUELLI CHE BENPENSANO – In questi giorni stiamo assistendo a una serie di dibattiti scatenati dai cori dei bambini presenti nelle curve dello “Juventus Stadium” per assistere a Juventus–Udinese, un’iniziativa proposta dalla società bianconera per riempire le due curve dell’impianto torinese altrimenti vuote a causa dei due turni di squalifica inflitti dal Giudice Sportivo per i cori di discriminazione razziale. Nel corso del match tra Vecchia Signora e friulani ad ogni rinvio di Brkic i bambini si sono lasciati andare intonando il coro (che ogni domenica si sente nelle curve) “oooooh merda”. Apriti cielo. Nemmeno il tempo di porre fine al match che i dibattiti erano già aperti: per primi sono stati i telecronisti, nel pieno svolgimento della partita, a lanciare l’allarme e ad esprimere tutto il loro ribrezzo già nel corso della partita. Le dispute sono andate avanti con il classico ruolo dell’italiano: il perbenista opportunista ipocrita. Sì, perchè sono stati in tanti a puntare il dito contro i cori dei bambini e a sparare sull’educazione che i padri hanno impartito loro dimenticandosi forse dei loro 10, 11, 12 anni quando, magari, accompagnati dai loro genitori, andavano negli stadi a guardare la partita della squadra del cuore e dalla loro bocca veniva fuori qualche epiteto poco gentile nei confronti dell’avversario. Chi non l’ha mai fatto? Chi non ha mai insultato l’arbitro, il guardalinee o l’avversario? Sono pronto a scommettere che il buon 99,9% di quelli che ora si stanno riempiendo la bocca di buone parole dicendosi scandalizzati per i cori sono i primi ad aver insultato il portiere avversario allo stadio da piccoli e lo fanno anche ora da ‘grandi’ ma è politically correct, in pubblico, dire che quei cori non vanno fatti, è giusto pensare alle cose futili e non concentrarsi su cose più serie perchè educando ora questi bambini ed edulcorando i loro cori allo stadio avremo un’Italia migliore: una Nazione senza ultras che si picchiano in Parlamento, una Nazione senza mafia, una Nazione basata su principi solidi.
BENE BRAVI BIS – Io frequento gli stadi, frequentavo e non appena posso lo faccio ancora, la curva nord del Casarano (non sono un ultras ma un giornalaio terrorista), l’ho fatto a 10 anni e anche a 26, non sono ancora un padre (a meno che qualcuno non mi tenga all’oscuro di questo) e, anche se da piccolo ero un vero monello e allo stadio facevo anche dei cori con delle parolacce e non dicevo cacca ma merda, non credo di essere venuto sù poi tanto male. Oggi voglio lanciare un appello ai bambini che andranno in curva con il Sassuolo: rifate il coro, allargatelo anche alle squadre avversarie che più vi stanno sulle scatole, siate spontanei, fregatevene e state alla larga dai perbenisti, sono loro la razza peggiore, sono i primi a giudicare ma sono gli ultimi a poter parlare in quanto hanno tante cose da nascondere. Sia chiaro, con questo non deve passare il messaggio che allo stadio è lecito far tutto, è lecito picchiarsi, fare cori razzisti, ecc: no! sono il primo a condannare tutto questo ma lo sfottò fa parte della nostra cultura e quindi lasciatecelo fare. Parafrasando un celebre spot: «Toglietemi tutto ma non lo sfottò».