2014

Quaison: «Voglio diventare come Cavani»

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E Iachini lo “aspetta”: «Ci darà soddisfazioni»

PALERMO QUAISON – Nella settimana della vittoria del Palermo contro il Milan e dell’esplosione di Dybala, il presidente Maurizio Zamparini ha ricordato che c’è anche il talento di Robin Quaison da considerare. Il giovane centrocampista ha commentato ai microfoni del Corriere dello Sport le parole del patron rosanero: «Zamparini vuole che diventi famoso come Pastore e Cavani, non ho paura, ci proverò. La mia stagione sarà positiva e anche quella della squadra. Il fatto di avere vinto a Milano dimostra che ne abbiamo le capacità. La concorrenza tra i compagni è forte, difficile trovare posto. Significa che devo lavorare di più per migliorarmi. Se siamo in tanti a lottare, ne guadagna la squadra. Dybala è un fenomeno, Vazquez intelligente, Belotti nato per il gol».

LA SCELTA – Quaison, che ha ringraziato Andrea Alm per averlo portato nella prima squadra dell’AIK, ha parlato anche del rapporto con mister Beppe Iachini: «Iachini mi vede anche come seconda punta. E’ attento ad ogni dettaglio, vuole entrare nei particolari, nella gli sfugge, ed è duro. Ordinato e preciso come me». Poi ha spiegato la scelta di trasferirsi in Sicilia: «Ho scelto Palermo come trampolino di lancio, per la serie A, campionato che amo, e per il mio futuro. L’Italia esercita da sempre fascino su di me. Palermo mi sembra unica nella sua identità. Vivo in un piccolo appartamento in centro, in via XX Settembre, a due passi da piazza Politeama, la gente mi vuole bene. Prima del mare veniva la comodità, a Mondello c’erano solo grandi case».

IL GOL – Ora, però, testa all’Udinese e soprattutto all’obiettivo di firmare il tabellino dei marcatori: «E’ ora di pensarci. A Milano si è concretizzata la prima fantasia, cinque minuti al posto di Dybala, una bella staffetta. Pensate, quando ero piccolo, il mio migliore amico tifava Inter e io per sfregio Milan. Il gol al Manchester ha fatto il giro del mondo ed è l’immagine più bella della carriera, il giorno indimenticabile, la più grande emozione sportiva e nella vita, perché probabilmente ho una vita noiosa fatta di… palle. Contro l’Udinese inseguiamo il tris. Con una rete di Quaison se vuole Dio. Questa è una squadra che mi piace. Nonostante sia nuovo, tutti mi hanno dato una mano a capire che è un calcio più tattico, più fisico, più intenso. Niente a che vedere con quello svedese».

L’ALLENATORE – Quaison non è una sorpresa per Iachini, consapevole che il giovane talento, che lo ha impressionato per la corsa e la facilità nel saltare l’avversario, tanto da paragonarlo a Pereyra della Juventus, possa emergere: «Qui facciamo corsi accelerati per mettere a punto un ragazzo che ha abitudini fisiche e tattiche diverse. In altri posti, impiegano tre anni. Robin non è abituato all’intensità del campionato italiano, è un ragazzo, bravo e intelligente, dotato di forza e tecnica, su cui stiamo lavorando. Per farlo crescere soprattutto tatticamente. Bisogna avere pazienza e aspettare che maturi, ci darà soddisfazioni». 

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