2017

Quagliarella e l’amore Samp: «Era destino che tornassi qui»

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Fabio Quagliarella è il condottiero di una Samp giovane e brillante: «Giampaolo ha imparato a esser meno integralista. A Napoli…»

La sorpresa che non t’aspetti, la Sampdoria in zona Europa. Con tutte le partenze d’estate, nessuno si sarebbe atteso un rendimento del genere, ma il merito va anche ai gol di Fabio Quagliarella, fiero condottiero della Sampdoria che affronterà la Juventus a breve. E pensare che a Genova è tornato grazie a Ferrero: «Mi sono fidato di lui, oltre che di me stesso: è il primo presidente con il quale ho un rapporto così formale. Nel 2007 la Samp mi aveva perso alle buste senza volerlo, ma era scritto che dovessi tornare. L’Europa? Oggi è fantascienza, ma le aspettative si alzano perché le responsabilità aumentano nella vita. Ne riparliamo a marzo?».

MISTER – Nei risultati del Doria, Quagliarella riconosce a Giampaolo dei grandi meriti: «12 anni dopo (sono stati insieme ad Ascoli, ndr), Giampaolo è identico: si fa seguire dai giocatori senza “lavorarseli”. Lo conosco da una vita, ma in un anno e mezzo di Samp ci avrò parlato due volte. Tuttavia, è anche cambiato molto: ad Ascoli era molto integralista, ora ha capito che deve esserlo di meno. Punta molto di più sulla qualità». Quagliarella si ricorda anche di quella volta che Mourinho l’aspettò per congratularsi con lui: «Forse non mi sono mai sentito così gratificato. Ti chiama per nome, come se fossi suo amico. La prima volta capitò a Udine; poi è successo di nuovo quest’estate a Samp-Manchester United. Mi stava aspettando nel tunnel, poi mi ha abbracciato».

JUVE-NAPOLI – Ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, Quagliarella ha ricordato anche l’esperienza alla Juventus: «Il fatto di arrivare alla Juventus passando per traditore agli occhi della mia gente non me la fece godere fino in fondo. Quegli anni sono una sintesi della mia carriera: ho avuto tanto, potevo avere di più. Senza l’infortunio al crociato, altri sei mesi come i primi sei e sarebbe stata la svolta della mia carriera. Tuttavia, mi sono fatto voler bene…». Si è tornati anche sulla parentesi Napoli: «Lo striscione? Fu una liberazione almeno quanto poter raccontare l’inferno che avevo passato. In fondo, è come se l’avessi rimessa la maglia azzurra: è stato il mio, il loro gol più bello. Tornare a Napoli? Essere accostato a una realtà così è un piacere, ma il loro progetto pare proiettato al futuro, mentre io vivo nel presente, che è la Samp: le devo molto, mi fa vivere sereno. Maradona? Non ho ancora avuto occasione di conoscerlo: di lui conosco tutto sin da quando ero bambino».

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