2014

PSG, Verratti: «Juventus o Napoli? Resto qui. Donati…»

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Il giovane regista ha parlato in vista del ritorno della Champions League.

PARIS ST GERMAIN VERRATTI – Cresciuto nel Pescara fino a diventare il giocatore cardine della squadra allenata da Zdenek Zeman, Marco Verratti è approdato al Paris St Germain, dove gioca dal 2012. Non si è affatto pentito di questo trasferimento il giovane regista: «Ho fatto la scelta migliore e dopo quasi 2 anni a riguardo non ho dubbi: sono stato accolto benissimo, sto giocando e indosso la maglia di una formazione che può vincere tutto. Ho fatto progressi sotto tutti i punti di vista perché i grandi giocatori che ho come compagni mi insegnano tante cose. In campo e fuori. La crescita maggiore, però, è stata a livello di mentalità: qui si gioca sempre per vincere e non si può mollare mai», ha dichiarato Verratti ai microfoni del “Corriere dello Sport”.

SERIE A – Il centrocampista ha parlato anche del campionato italiano: «Chi vincerà lo scudetto? La Juventus. E’ nettamente favorita. Qual è la squadra rivelazione? La Roma. Tutti sapevano che aveva grandi giocatori, ma il suo rendimento è stato eccezionale. E il giovane rivelazione? Insigne. Ha avuto qualche difficoltà, ma rimane fortissimo».

RETROSCENA – Verratti è tornato a parlare dell’estate 2012, quando è stato cercato da Juventus e Napoli prima dell’approdo in Francia: «Quando sto bene in una squadra come adesso difficilmente mi viene voglia di cambiare. Perché me ne vada dal Psg, bisogna che si stufino di me. A livello professionale, però, qui è il massimo: sono in uno dei 5 club più grandi del mondo. Rammarico per non essere finito al Napoli o alla Juventus nell’estate 2012? Nessuno. Tornassi indietro rifarei la stessa scelta. Molte squadre italiane mi volevamo, ma la crisi economica si fa sentire. Tante società preferiscono spendere 10-12 milioni per un giocatore affermato piuttosto che per un ragazzo. Erede di Pirlo alla Juventus? Ha ancora molti anni davanti. E’ fondamentale sia per la Juve e sia per la Nazionale. Cosa posso imparare da lui? La tranquillità con cui gioca: in campo sembra essere nel giardino di casa con i bambini… Con il pallone tra i piedi trasmette alla squadra tranquillità in qualsiasi momento del match. Io vice Pirlo? Non pesa e anzi fa piacere. Preferisco giocare con le pressioni piuttosto che essere rilassato. Pirlo ha vinto tutto, è un grande e in carriera mi basterebbe conquistare la metà dei trofei che ha conquistato lui».

MONDIALI – Sempre vivo il sogno dei Mondiali per Verratti: «Prima di tutto devo guadagnarmi la convocazione per i Mondiali che è il sogno di quando ero bambino. Poi starà a Prandelli decidere: lui sa ciò che posso dare in un centrocampo dove l’Italia ha grandi giocatori e dove la concorrenza è notevole. Mi impegnerò sempre al 100%. Una grande nazionale non può che puntare ad arrivare fino in fondo. Sarebbe bello regalare una soddisfazione agli italiani, ma non sarà facile perché ci saranno tante partite in pochi giorni e alla fine di una stagione intensa. Sulla carta davanti all’Italia partono il Brasile, perché gioca in casa, la Spagna e la Germania, ma se passiamo il girone di ferro in cui siamo stati inseriti, può succedere di tutto. Italia campione del Mondo e Balotelli prossimo Pallone d’Oro? Sarebbe fantastico. A Mario auguro di vincere il Pallone d’Oro e sono convinto che abbia le potenzialità per riuscirci. Sta a lui sfruttarle».

ZLATAN E LE BACHECHE – Onorato di giocare con Ibrahimovic, il regista punta sull’arricchimento della sua bacheca personale: «Non avevo mai giocato con uno così forte e probabilmente non ci giocherò più in tutta la mia carriera. Zlatan è sicuramente uno dei tre più forti al mondo. La scorsa stagione è stata positiva e abbiamo vinto il campionato, ma abbiamo ancora fame e quest’anno, siccome siamo in corsa su tutti i fronti, vogliamo far meglio. Champions League? Non è facile e noi lo abbiamo imparato a nostre spese nella passata edizione, quando siamo usciti senza mai perdere (due pareggi nei quarti contro il Barcellona, ndr). La squadra da battere è il Bayern Monaco e poi occhio al Real che con Ancelotti ha trovato un notevole equilibrio. Legato ad Ancelotti? Sì perché è un grande tecnico, ma anche Blanc è molto bravo. All’inizio molti erano scettici, ma adesso giochiamo meglio rispetto allo scorso anno e abbiamo ancora più personalità. Blanc è simile ad Ancelotti e ha continuato il suo lavoro».

AMICI AVVERSARI – Martedì il PSG affronterà il Bayer Leverkusen, dove gioca il connazionale Giulio Donati: «Dagli ottavi in poi può succedere di tutto. Il Bayer è forte, ma noi dobbiamo pensare solo a noi stessi, a non commettere errori. Kiessling la butta sempre dentro. Dovremo fare attenzione. Secondo me abbiamo il 50% di possibilità a testa di passare il turno e noi non ci sentiamo favoriti. Donati? E’ un ottimo difensore e un bravissimo ragazzo. La sua è una splendida favola: dalla retrocessione in Lega Pro alla Champions, un salto in avanti che si è meritato. Mi ricordo che avevamo appena perso la finale europea con Under 21 quando gli arrivò la chiamata del suo procuratore (Silvio Pagliari, ndr) che lo invitava a decidere in fretta sull’offerta del Bayer. Paloschi e io siamo stati una notte intera svegli per convincerlo ad accettare. All’inizio aveva dei dubbi, poi ha fatto la cosa più saggia: certi treni non passano una seconda volta. Spero che faccia una grande partita, ma il turno vogliamo passarlo noi».

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