2013
PSG, Sirigu: «Juventus? Meglio evitarla»
CHAMPIONS LEAGUE PSG SIRIGU – Tra le otto d’Europa e possibile sorpresa di quest’edizione della Champions League, il Paris St Germain attende l’esito del sorteggio di Nyon, che decreterà l’avversario per i quarti di finale della squadra allenata da Carlo Ancelotti. Intervistato da La Repubblica, Salvatore Sirigu, arrivato nel 2011 dal Palermo a Parigi, ha parlato dell’exploit della sua squadra: «Due italiane tra le otto d’Europa? Ho capito: Juve e Psg, perché noi siamo pieni di gente che ha fatto la storia del campionato italiano. Ma siamo prima di tutto la squadra di Parigi, rappresentiamo la Francia. Non c’è solo l’Italia. Siamo un giusto mix di culture, multietnici: rispecchiamo Parigi. Il che arricchisce molto, anche al di là del calcio. Il campionato è il traguardo primario. In Champions siamo la scheggia impazzita, possiamo dare fastidio», ha dichiarato il portiere del PSG, che ha commentato le critiche dei tifosi, apparsi troppo esigenti: «Il parigino è abituato a vivere alla grande, il nostro pubblico vuole sempre lo spettacolo. Per la stampa dovremmo sempre vincere 4-0 con i gol in rovesciata. Così, se ogni tanto fatichiamo, arrivano i fischi e le critiche».
In merito al sorteggio, il 26enne ha aggiunto: «Juventus? Sarebbe complicato: è una tra le squadre più pratiche d’Europa. Barcellona per vendicare il Milan? Mio padre è milanista. Ma mi sa che, se ci capitasse il Barcellona, non penserei mica a quello. Possiamo far paura? Soprattutto per i nostri giocatori là davanti. E poi attenti a Matuidi, centrocampista della nazionale francese».
Sirigu ha poi parlato della sua vita parigina, senza dimenticare il passato a Palermo: «Nostalgia della A? Assolutissimamente no. Io il più parigino tra gli italiani? Forse perché parlo bene la lingua e vivo molto la città. Camille, la mia ragazza, è francese. Fa l’attrice e le piace il cinema italiano, ora le sto cercando i film di Alberto Sordi. Zamparini? E’ solo un istintivo. Mi dispiace per il Palermo, ho tanti amici là. Ma il campionato non è finito».
Sul Paris St Germain ed in particolare alcuni personaggi di spicco della squadra, ha spiegato: «Ancelotti? Una persona fantastica, gli piace il rapporto coi giocatori, lavora tantissimo col suo staff per metterci nelle condizioni di dare il massimo. Ibrahimovic? Un vincente, si impegna sempre come un ragazzo della Primavera e cerca di migliorarsi ancora. Beckham? Può sembrare un paradosso, ma è molto timido, semplice. Verratti? Un ragazzo divertente, col sorriso sulle labbra: forse non si rende nemmeno conto di quanto sia forte».
Infine, capitolo Nazionale: «Quella maglia è un privilegio, a prescindere da quanto giochi. Rappresenti un’idea, un paese. Cerco di meritarmela ogni giorno questa squadra, così vicina alla gente. I tifosi della Nazionale non sono solo appassionati di calcio, ma anche persone che si identificano in noi. Abbiamo perso la finale dell’Europeo, però sentimentalmente abbiamo vinto. Diamo e riceviamo: certi momenti, anche fuori dalle partite, sono stati unici. In Calabria, quando ci siamo allenati sul campo confiscato alla ’ndrangheta, e ad Auschwitz, ho fatto due cose che forse da solo non avrei fatto. Abbiamo fatto sorridere chi soffre o ha sofferto tanto. E dare è ancora più bello che ricevere».