Champions League

Il Psg sta imparando troppo lentamente per sentirsi al sicuro in Champions League

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L’analisi fatta nei confronti del PSG e del suo impatto in Champions League: troppo poco per essere all’altezza della situazione

«Sappiamo quanto sia difficile ottenere un vantaggio in Champions League e ora ce l’abbiamo fatta. Adesso dobbiamo andare avanti, continuare a lavorare come una squadra. Andremo lì per vincere e qualificarci per i quarti di finale»: Kylian Mbappé ha abbastanza esperienza per dare il giusto peso alla vittoria di ieri sera del suo Psg sulla Real Sociedad. In pratica, il fuoriclasse francese sa quante siano state le difficoltà per ottenere un rassicurante 2-0, al quale lui ha offerto il tradizionale contributo di qualità e un surplus più di determinazione.

Nei primi 45 minuti, contrassegnati da un atteggiamento aggressivo e funzionante da parte della squadra iberica, lui ha fatto comunque un po’ di cose importanti: ha suonato il primo squillo con un diagonale che ha richiesto una grande respinta di Remiro: ha cercato il dialogo con Dembelé, al quale ha offerto un passaggio in area di rigore non sfruttato, ma nel quale si è evidenziata una volta di più la sua velocità nella trasmissione della palla quando decide (non sempre) di essere altruista; ha serenamente accettato la parte di frustrazione in una gara che ha visto gli avversari andare all’intervallo con il rimpianto per la traversa scheggiata da Merino.

Poi, nella ripresa, Mbappé ha iniziato con il ripiegare anche all’indietro, partendo anche da lontano; quindi, ha aperto lui le marcature sfruttando la deviazione di testa di Marquinhos da calcio d’angolo, che lui ha prontamente corretto in rete anticipando l’uscita del portiere.
In Francia il pensiero prevalente, a leggere un sondaggio di Le Figaro, è che il più sia stato fatto ma ancora non si può dire che il passaggio del turno sia certo: a crederci è il 70%, una percentuale persino più bassa del previsto, tenendo conto del 2-0 (che gol Barcola!) e della differenza di valori.

Tanta cautela si spiega, forse, proprio con quello che descrive sul quotidiano il giornalista Christophe Remise, che parla di mancanza di personalità della squadra, visibile nella conduzione incerta del primo tempo: «Possiamo trovare un certo numero di ragioni tattiche o tecniche per spiegare il triste primo tempo del Paris Saint-Germain, o anche pensare ai profili dei giocatori anche che mancano, come un centrocampista tipo Rodri del City o Declan Rice dell’Arsenal. Tuttavia, che la spiegazione principale è mentale. Ancora e sempre. Luis Enrique ha comunque provato a ridurre la pressione negli ultimi giorni.

Sicuramente i suoi aggiustamenti durante la pausa hanno avuto un effetto decisivo. Ma è stato soprattutto il gol di Mbappé a cambiare la situazione e a «riempire i cuori dei parigini di energia e fiducia», come ha detto dice Lucho, dopo 45 minuti vissuti sotto forma di «incubo». Lo stesso Kylian ha aggiunto: «Nel primo tempo abbiamo fatto fatica a uscire dalla pressione, potevamo mettere un po’ più di personalità perché avevamo una superiorità numerica nel nostro campo, otto contro sei. Avremmo potuto fare un po’ meglio. Poi fa parte dell’apprendimento di questa squadra, comunque non l’abbiamo pagato caro». Conclude Remise: «Un processo di apprendimento che dovrà essere accelerato rapidamente: affrontare una squadra di livello superiore potrebbe essere costoso…».

Ci sono state un po’ di scene che, oggettivamente, hanno fatto pensare a una serata davvero molto difficile. I primi minuti hanno visto in costante superiorità i giocatori della Real Sociedad su chiunque del Psg avesse il pallone tra i piedi. Donnarumma (ex Milan) continua a non regalare sicurezze quando è chiamato a impostare l’azione; Marquinhos è apparso in più occasioni intento a richiamare maggiore determinazione da parte dei compagni; con un intervento in spaccata Danilo ha evitato che un cross di Kubo generasse la rete del vantaggio iberico. Ecco perché c’è ottimismo nell’ambiente Psg, ma con molta cautela.

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