2013

PSG, Blanc: «Roma? Avrei detto sì. Lavezzi e Menez in Italia? Parliamone»

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L’allenatore del club francese esce allo scoperto tra retroscena e voci di mercato.

PARIS ST GERMAIN BLANC – Era dato per spacciato ancor prima di insediarsi, ora invece ha fatto dimenticare Carlo Ancelotti ed ha zittito gli scettici: si tratta di Laurent Blanc, che domina con il suo Paris St Germain in Francia ed in Champions League. «Sorteggio? Poteva andare peggio. Volevo almeno evitare Manchester City e Arsenal che spaventavano tutti. Ma rispetto il Bayer, se è agli ottavi una ragione c’è. Questi mesi sono stati molto positivi. Siamo primi, giochiamo bene vincendo, sintesi perfetta. Lo scetticismo era legato alla mentalità sbagliata che fa dire che un grande club francese possa avere solo un grande allenatore straniero. Invece ci sono allenatori francesi bravi che ormai si esportano pure all’estero, come Rudi Garcia», ha dichiarato Blanc a “La Gazzetta dello Sport”.

RETROSCENA – Il tecnico francese ha poi svelato un retroscena proprio sulla Roma: «Mi hanno contattato a inizio e a fine della scorsa stagione. Mi sarebbe piaciuto allenarla, ma è andata diversamente. Il calcio non è prevedibile. A giugno d’altronde mai avrei pensato di allenare il Psg. Adoro l’Italia, la lingua, la cultura. Forse un giorno tutto ciò conterà sulle mie scelte. Tornare sarebbe bello. Ho sfiorato la panchina nerazzurra, ma poi scelsi la Francia, e oggi mi fa strano vedere l’Inter senza il mio presidente Moratti. In Italia comunque ci sono tanti allenatori bravi. E per ora sto bene qui». 

MERCATO – Inevitabile una domanda sui “delusi” Menez, Pastore, Lavezzi e Lucas, ambiti dai club di Serie A: «Da ex giocatore so che nell’anno dei Mondiali vanno valutati tanti criteri. Per ora non abbiamo ricevuto offerte. Se per un paio di questi arrivassero proposte le studieremmo cercando il giusto compromesso. Ma il mio obiettivo è vincere, non toccherei la rosa attuale. Rinnovo? Se i dirigenti pensano che sia il momento giusto per il rinnovo tanto meglio, altrimenti sto bene anche così. Sapevo dove mettevo i piedi». 

CRISI ITALIANA – In merito al calcio italiano, invece, Blanc ha spiegato: «Juventus? Si è trattato di circostanze: non nevica spesso a Istanbul. Poi avendo conosciuto l’epoca d’oro, quando la Champions era meno importante della Serie A, la crisi è evidente. Ma la vostra cultura vi permetterà di ripartire non appena si creano le condizioni giuste. E le cose già cambiano. Ormai in Italia si gioca un calcio offensivo, pure in nazionale, impensabile ai miei tempi quando mi bacchettavano appena uscivo dall’area. Il Milan ha un dna europeo che lo rende pericoloso anche nella difficoltà. Contano la storia, il pubblico, l’orgoglio di dimostrare che il Milan è sempre il Milan, difficile da battere. Rami e Mexes? Sono complementari e si apprezzano. Hanno qualità, ma per esprimerle devono essere al top fisicamente, psicologicamente. Possono fare bene». 

AZZURRI – Sugli italiani in rosa ha concluso: «Da ex c.t. non do consigli a nessuno, tanto meno a Prandelli che ha ottimi centrocampisti a disposizione. Verratti è giovane, dategli tempo e diventerà indispensabile anche in Nazionale, nessuno può negarne il talento. A fianco di Thiago Motta sta facendo il salto di qualità per diventare un top player. Sirigu al livello di Barthez o Buffon? Veniva dal Palermo, non una big. Si è imposto in una squadra che concede pochi tiri agli avversari, ma è sempre reattivo. In progressione costante». 

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