2020

Protocollo FIGC in salita: ecco tutti i nodi da sciogliere

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Il Protocollo FIGC per la ripresa del campionato presenta alcuni nodi da sciogliere: ecco tutte le complicanze da risolvere

Se si vuole tornare a giocare bisogna modificare il Protocollo FIGC che ha incontrato le rimostranze del Governo e il rifiuto del Ministro Spadafora. Per questo motivo tra domenica e lunedì andrà in scena il confronto fra il Comitato tecnico scientifico del governo, la commissione medica della Figc e la Federazione Medico-Sportiva. Come riporta l’inchiesta della Gazzetta dello Sport, ci sono tanti nodi da sciogliere. Ecco i più importanti.

  • Viaggi complicati – C’è molto scetticismo nel pensare che gruppi di 50-60 persone si possano spostare per l’Italia, da una regione all’altra, in corridoi protetti e negativizzati.
  • Quarantena – Rimane sempre di vitale importanza l’eventualità di una positività in corsa. Il nuovo protocollo dovrà prendere atto della necessità di una quarantena di due settimane per il calciatore, o membro dello staff, contagiato. E i suoi contatti ravvicinati. Un’area di persone che si allargherebbe nel caso tutto questo si verificasse già nella fase di ripresa agonistica. Fermarsi due settimane significherebbe azzerare il progetto ripartenza. Perché uno stop del genere stroncherebbe un calendario che dovrebbe procedere a tutta velocità per arrivare al traguardo del 2 agosto.
  • Rischio zero – È probabile che si possa ipotizzare un numero maggiori di pit stop per i tamponi e test sierologici. Uno sforzo per arrivare vicino al rischio zero. Al momento attuale il Comitato tecnico-scientifico non ha però ancora ripreso in mano il fascicolo.
  • Task Force – La task force, il gruppo di consulenti che ha ispirato la maggior parte delle scelte del governo, consigliando quasi sempre cautela e mantenimento delle misure di contenimento, è formato da 20 membri. Non c’è neanche una donna. Il coordinatore è Agostino Miozzo, coordinatore dell’Ufficio Promozione e integrazione del Servizio nazionale della Protezione civile. Nel gruppo ci sono anche Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Ranieri Guerra, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale Sanità, uno degli esperti coinvolti dalla Federazione Medico-Sportiva per definire le linee guida della sua ripartenza.
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