Pro Vercelli, Camolese: "Vicenza? Quanti bei ricordi, a parte..." - Calcio News 24
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2012

Pro Vercelli, Camolese: “Vicenza? Quanti bei ricordi, a parte…”

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PRO VERCELLI VICENZA CAMOLESE – Dopo un periodo di stop, Giancarlo Camolese si è rimesso in gioco ed è tornato ad allenare: è ripartito dalla Pro Vercelli, club che sta guidando da ottobre e che dovrà affrontare il Vicenza nel prossimo impegno di campionato. Una sfida speciale per il tecnico, che ha trascorsi da giocatore e da allenatore in biancorosso, che ha rievocato a Il Giornale di Vicenza.

Ricorda più volentieri il suo periodo a Vicenza da giocatore o da tecnico?

«Li ricordo con piacere entrambi, perché ritengo Vicenza la piazza ideale per fare calcio in generale. Mi dispiace, sia da giocatore che da tecnico, che siano arrivati risultati meno brillanti di quelli sperati: è stato bello vincere partite sentite come il derby a Verona o battere il Torino in casa, ma non abbiamo avuto continuità per andare oltre la salvezza. Comunque non cancellerei nulla delle mie esperienze in biancorosso, a parte il dramma di Julio Gonzalez».

Come furono quei giorni all’interno dello spogliatoio?

«Terribili. Ancora oggi penso a quanto è stato sfortunato Julio: aveva lavorato tanto, stava finalmente dimostrando quello che valeva. Ero particolarmente felice per lui, perché gli avevo chiesto io di restare appena lo avevo visto in ritiro, nonostante avesse deluso negli anni precedenti, e lui mi aveva ripagato con il massimo impegno. Si preparava a vivere gli anni migliori della sua carriera, purtroppo quell’incidente glieli ha negati».

Nella stagione successiva fu esonerato dopo poche giornate. Anche questo non dev’essere un ricordo piacevole…

«Ma no, fa parte del gioco, noi allenatori siamo figli dei risultati: in quello scorcio iniziale arrivarono quattro sconfitte in cinque partite e la società decise legittimamente di cambiare. Io ho comunque avuto un ottimo rapporto con il presidente Cassingena, e non ho certo cambiato idea per l’esonero».

Nel corso degli anni il feeling tra la piazza vicentina e Cassingena si è logorato: adesso i tifosi premono per un cambio della proprietà.

«È’ normale che una piazza come Vicenza abbia determinate ambizioni, dopo troppi anni di risultati insoddisfacenti i tifosi giustamente sperano di ritrovare una squadra vincente. Però se il Vicenza è stato ripescato anche quest’anno è perché aveva i bilanci in ordine: nel calcio dispendioso di oggi è un dato che almeno noi addetti ai lavori dobbiamo tenere nella giusta considerazione per valutare la serietà di chi ha operato all’interno di una società».

Anche lei, come Breda, a Vicenza ereditò una squadra retrocessa sul campo in serie C e ripescata d’ufficio. È una situazione difficile per un allenatore?

«Non è semplice gestire la preparazione estiva di un gruppo che potrebbe sempre cambiare queste incertezze rendono problematica soprattutto la prima parte della stagione. Mi sembra però che Breda sia già riuscito a dare una buona identità alla squadra, anche perché sono arrivati giocatori di esperienza e qualità come Pinardi, Padalino e Semioli, che conosco benissimo per averlo allenato a Torino».

E la sua Pro Vercelli, come sta?

«C’è molto da lavorare, ma lo sapevo nel momento in cui ho accettato di subentrare a Braghin. Dopo alcuni anni in cui non avevo più allenato per motivi familiari, sono ripartito da qui con grande entusiasmo: l’impatto con il gruppo e la società è stato ottimo, c’è voglia di grande calcio perché si è saliti in poco tempo dalla C2 alla serie B. Nelle ultime settimane i risultati sono stati negativi, ma credo nelle potenzialità della mia squadra: in un campionato lungo come questo, lavorando nel modo giusto, ci sono le possibilità per risalire la china».

Sabato per voi sarà uno scontro diretto da vincere assolutamente.

«La vittoria, soprattutto in casa, ci manca: dobbiamo cercarla per la classifica e per il morale. Non sarà semplice però affrontare questo Vicenza, che è quadrato e ha un organico sicuramente di buon livello per la categoria».

C’è un giocatore biancorosso che stima particolarmente?

«Uno su tutti, Daniele Martinelli. Fui io a segnalarlo al Vicenza e a chiedere il suo acquisto, perché lo avevo già allenato a Torino e ne avevo apprezzato le doti e la professionalità, nonostante fosse ancora un ragazzino. Sapevo che poteva diventare un pilastro della squadra, e sono felice che lo abbia confermato in tutti questi anni, diventando una bandiera del Vicenza. So che sabato non giocherà per squalifica, ma mi auguro che venga comunque a Vercelli perché mi farebbe molto piacere salutarlo».