2014

Premier League, uno spettacolo surreale

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La sosta del weekend arriva al momento giusto per raccogliere le riflessioni sull’avvincente lotta per il titolo

PREMIER LEAGUE – Il campionato inglese, dopo aver osservato il recente turno infrasettimanale, si ferma nel weekend e non c’è occasione migliore per tracciare un momentaneo bilancio di quello che a tutti gli effetti è un torneo strepitoso: in vetta quattro squadre in altrettanti punti, cinque in sette se vogliamo, la lotta per il titolo è a dir poco avvincente e dagli scenari difficilmente prevedibili.

LA CLASSIFICA – Chelsea 57, Arsenal 56, Manchester City 54 (una partita in meno), Liverpool 53 e Tottenham 50. Quando mancano dodici turni al fischio finale della Premier League lanciarsi in pronostici sulla vincente dell’ambito titolo può riservare brutte figure: scavando nei dati della classifica emerge come le squadre di Manuel Pellegrini e Brendan Rodgers possano vantare attacchi atomici, rispettivamente 68 e 66 reti all’attivo con i Reds che annoverano i primi due cannonieri del torneo (Suarez 23, Sturridge 16). L’attuale capoclasse – il Chelsea di Josè Mourinho – risponde con la più efficiente difesa della Premier, eppure nel complesso i numeri dicono o meglio direbbero City: differenza gol spaziale a testimonianza di una squadra che sa mandare in rete tutti i suoi interpreti senza subire in termini di equilibrio complessivo.

GLI UOMINI CHIAVE – L’Arsenal vive un momento particolare: dopo aver condotto la Premier League per l’intero girone d’andata ha incassato due sberle esterne contro le dirette concorrenti, perdendo 6-3 a Manchester e 5-1 a Liverpool. Due sconfitte che hanno lasciato più di un dubbio in termini di tenuta nelle sfide decisive e sull’effettiva presenza di leader all’interno del gruppo gestito da Wenger: a giocare da effetto trainante invece per le ambizioni di Chelsea, Manchester City e Liverpool sono rispettivamente i talenti di Hazard, Aguero (che entro un paio di settimane dovrebbe tornare a disposizione) e Suarez. Il belga studia da Ronaldo, l’attaccante argentino ha qualità smisurata e caratteristiche perfette per esaltare l’atletismo di una macchina che tra i suoi cavalli conta uno come Yaya Tourè, il caterpillar uruguaiano – dopo essersi convinto a restare tra i Reds – sta giocando da robot.

DUNQUE CHI VINCE? – Se la stella giusta sembrava finalmente essere quella dell’Arsenal dopo dieci anni all’asciutto, i segnali provenienti dagli ultimi sviluppi vanno in direzione diversa: lotta a due tra Chelsea e Manchester City? Probabile. Lo Special One, da grande stratega, si affatica a sottrarre i suoi Blues dalla lotta scudetto spostando tutti i fari sul favorito City: non ci casca nessuno, Josè Mourinho sa di aver compattato la sua creatura prima di quanto previsto sulla tabella di marcia e può anticipare i programmi di un anno. Tra compattezza e talento sulla trequarti, proprio sulla strada intrapresa da un Pellegrini che sa di avere tra le mani un potenziale immisurabile. Queste due avanti, all’Arsenal resta da dividere il ruolo di outsider con il Liverpool. Forse è presto per lo scudetto, vero, ma non possono essere tralasciati due fattori: un attacco devastante e l’assenza dalle coppe, un elemento che incide come un macigno in un panorama calcistico dove già di per sé – considerando le due coppe nazionali – si gioca con una costanza impressionante. Il Tottenham paga la falsa partenza targata Villas Boas ma è alla finestra, il Manchester United vive il fallimento del post-Ferguson ma la circostanza non ha scalfito la bellezza di un campionato decisamente al top mondiale per livello complessivo, qualità ed intensità di gioco, agonismo e competitività della lotta al vertice. In Premier si va a mille all’ora.

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