Premier League, an Italian Job - Calcio News 24
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2009

Premier League, an Italian Job

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I risultati delle competizioni inglesi parlano chiaro e forte, il fascino italiano funziona all’estero e parecchio. Lo dimostrano i successi d’oltremanica di Carlo Ancelotti, che ha riportato il Chelsea in cima alla classifica e il subentro sulla panchina del Manchester City di Roberto Mancini. Per quanto riguarda l’ex allenatore del Milan, la sua enorme esperienza nel gestire incarichi di grande esposizione e pressione mediatica lo sta aiutando nel ricostruire una squadra dall’enorme potenzialità , ma che si era persa nei continui cambi di allenatore degli ultimi due anni e che hanno più o meno giovato all’ambiente dei Blues (i soli Avram Grant e Guus Hiddink avevano rimediato ai disastri dell’allora partente Mourinho e dello “sconfusionato” Felipe Scolari). La squadra londinese ha sfiorato traguardi importanti come la finale di Champions League persa nel 2008 o lo sterile testa a testa con il Manchester United in Premier League. Il Chelsea di “Carletto” sembra tutta un’altra squadra: veloce,dinamica e tecnica, ma che non tralascia nulla in fase difensiva. Questo grazie all’incredibile lavoro di recupero dei giocatori che Ancelotti aveva già  mostrato nel periodo rossonero. Un Terry in grande spolvero, la riscoperta di Ivanovic sulla fascia destra e soprattutto la coppia goal strepitosa formata dal solito Drogba e dall’estroso Anelka, fanno di questo Chelsea un avversario temibile per ogni squadra. Inoltre Ancelotti sta contribuendo alla formazione di un gruppo molto coeso, nonostante un mercato sottotono rispetto a quello a cui ci aveva abituato il patron russo Abramovic, che ha portato a Londra il solo gioiello russo Yuri Zhirkov.
Roberto Mancini invece ha fatto un ingresso sul palcoscenico della Premier League totalmente diverso da quella di Ancelotti: l’ex campione di Sampdoria e Lazio ha sostituito un allenatore come Mark Hughes, molto amato dai suoi giocatori e dai tifosi, creando una reazione a catena che ha portato malcontento nella squadra. Ma il “?mancio’ è riuscito a mettere d’accordo tutti, prima durante la sua presentazione in una sala stampa che sembrava un’aula di tribunale, rispondendo in maniera pacata e conciliante ad ogni domanda e poi sul campo, battendo 2 a 0 un coriaceo Stoke City con una prestazione convinta e decisa vista poche volte nella precedente gestione di Hughes. Inoltre l’ex nerazzurro ha le idee ben chiare su come operare sul mercato e a quanto pare cercherà  di portare quanti più talenti potrà  nelle fila dei “citizen”: Giorgio Chiellini Antonio Cassano e Pazzini su tutti. Nonostante i suoi pochi giorni di permanenza a Londra, anche i tifosi hanno sentito un’aria di cambiamento che fa presagire ottimi risultati: in primis il quarto posto in questa stagione, o per lo meno la voglia di non arrendersi mai che il “Mancio” ha già  mostrato nella sua carriera sia di allenatore che di calciatore, e che sarà  utile a questo Manchester per il definitivo salto di qualità .
La successiva vittoria contro il Wolverhampton ha rafforzato l’idea che la rigidità  tattica tutta italiana sia la vera chiave per poter vincere e convincere anche i più scettici inglesi. Inoltre l’abitudinaria pressione a cui vengono esposti gli allenatori italiani nel nostro campionato da parte di media e giornali, oltremanica non è usuale, consentendo così di lavorare in maniera migliore e di gestire con più pacatezza gli spesso tesi rapporti con la stampa. La crescente voglia di investire sugli italiani da parte delle società  di Premier League, (non va dimenticato Gianfranco Zola, che nonostante il momento delicato del suo West Ham sta dimostrando buone doti da allenatore) dimostra che, nonostante le dichiarazioni del “piccato” Ferguson o dell’ironico Mourinho, “l’Italian Style” è uno style vincente e che l’inarrivabile Inghilterra qualcosa da invidiarci c”?è l”?ha.

2009

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