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Genoa, Prandelli: «Tradito dalla Fiorentina, dissero che volevo andare alla Juve»
Genoa, Cesare Prandelli torna sul passato: dall’addio tormentato alla Fiorentina, ai rimpianti Roma prima e Juventus poi, passando per l’esperienza alla guida della Nazionale
Una carriera lunga, piena di soddisfazioni ma pure di tante insidie: Cesare Prandelli, tornato in Serie A alla guida del Genoa, ricorda ai microfoni del Corriere dello Sport le tappe fondamentali delle sue esperienze. Qualche giorno fa aveva già svelato un succoso retroscena su Cristiano Ronaldo a Parma, ma il suo racconto di oggi parte da più vicino, cioè dalla Fiorentina: «Quando ero lì, dopo quattro qualificazioni consecutive in Champions League, mi sentii tradito. Mi dissero che avevano necessità di cambiare e che potevo andare dove volevo. Il giorno dopo Diego Della Valle disse ai giornali che io volevo andare alla Juventus, in realtà l’interesse dei bianconeri c’era, ma era la Viola ad avere fretta di tesserare Sinisa Mihajlovic. Così, per rispetto della città, rinunciai all’anno di contratto che mi restava, poi chiamai Roberto Bettega e gli dissi che per la Juve non se ne sarebbe fatto più niente».
Chiusa la porta Juventus, si apre però il portone Nazionale: «Cominciammo con l’Europeo 2012, mai avremmo immaginato di arrivare in finale. Quando battemmo la Germania, arrivammo al nostro albergo che era più o meno l’alba. I polacchi ci accolsero come degli eroi, dalle loro parti non sono ben visti i tedeschi. Peccato per la finale, la Spagna andava a mille e io, dopo appena un allenamento, chiesi ai miei se si sentivano in forma. Tutti mi dissero di stare bene e io mi fidati, ma in quattro erano acciaccati e la Spagna andava a mille». Mario Balotelli e Antonio Cassano insieme in Nazionale sono scelte che però non rimpiange: «Antonio? Gli manca il senso del limite. Mario? La sua sfortuna è che il personaggio è sempre prevalso sulla sua persona».
Tra i rimpianti invece: «La Juve e la Roma, ma più la Roma. Lasciai tutto perché mia moglie non voleva curarsi nella Capitale, i giornali scrissero anche che avevo litigato con Francesco Totti. Non è vero, anzi, tutto fu esaltante all’inizio. Alcuni giornalisti vennero persino al funerale di mia moglie, per chiedermi scusa per quello che avevano scritto».