2020

Prandelli: «La Fiorentina non ha paura. Genoa? Non è da vita o morte. Su Cutrone…» – VIDEO

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Cesare Prandelli, allenatore della Fiorentina, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Genoa

Cesare Prandelli, allenatore della Fiorentina, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Genoa. Le dichiarazioni raccolte da tuttomercatoweb.com.

GENOA – «Quella col Genoa sarà una partita determinante e importante. La vogliamo giocare da Fiorentina, con lucidità durante tutti i 90 minuti. Ci siamo preparati questa settimana per ottenere la vittoria. È una squadra duttile e interessante, che davanti ha due attaccanti molto temibili e può cambiare tanti moduli. Stiamo cercando di capire quale sarà la loro formazione, ma alla fine dipenderà tutto da noi. Dipenderà da come staremo in campo».

PAURA – «Abbiamo affrontato la paura, i giocatori l’hanno analizzata e capita in questi giorni. La partita di domani non è da vita o morte, non mi piace questo concetto. Sarà però una gara molto importante per il nostro campionato. Ho già detto che il nostro obiettivo è arrivare quanto prima a 40 punti, dovremo riuscirci da Fiorentina. In questo momenti ci manca, così come a tutti, un fattore fondamentale: il pubblico. Dobbiamo essere bravi noi a fare quello che faremmo coi nostri tifosi, quindi mai abbassare la testa e la guardia, facendo di tutto per raggiungere la vittoria».

RIBERY E CALLEJON – «L’intensità è fondamentale e loro sono due calciatori che devono avere ritmi per creare situazioni pericolose. Fino a due mesi fa c’era un giocatore che portava al limite dell’area avversaria il pallone, ora non c’è più e non ci sarà mai più: senza di lui dobbiamo fare lo stesso, ma serve collaborazione e spirito di squadra».

CORONAVIRUS – «La società mi ha messo a disposizione ogni cosa e io, in diretta, ero sempre collegato coi miei collaboratori in campo per svolgere gli allenamenti già programmati. Il primo giorno è stato veramente difficile, però mi sono considerato un privilegiato perché stiamo tutti vivendo un momento duro e io invece ero meno preoccupato vista la possibilità di fare ogni giorni un tampone».

CUTRONE – «Non gli si può rimproverare nulla in allenamento perché è un ragazzo molto generoso. La mia scelta è stata prettamente tecnica, perché ho preferito puntare su una punta con altre caratteristiche. Lui deve avere pazienza e aspettare alla sua occasione, se pensa troppo a sé stesso diventa più complicato. Se uno non è contento di restare alla Fiorentina, per me può andare via. Non mi riferisco solo a Cutrone. Io non ho messo da parte nessuno».

CESSIONI – «Appena ho incontrato la squadra ho spiegato a tutti come stanno le cose. Se un giocatore non pensa alla Fiorentina, per me è fuori dal gruppo squadra. Se qualcuno ha la necessità di vivere la professione in maniera diversa, io non trattengo nessuno. Finora comunque ho avuto la percezione che i ragazzi mi seguano».

ESPERIENZA – «Nei momenti di grande difficoltà escono i leader, che percepiscono prima degli altri le difficoltà: noi abbiamo una squadra che ha le qualità per poter gestire questa situazione. I calciatori esperti sono il traino per il miglioramento dei giovani».

SOCIETA’ – «La società non ha colpe se ci troviamo in questa situazione: la critica a inizio stagione era tutta positiva su questa squadra, tutto era pianificato nel modo giusto. Forse invece c’è stata troppa aspettativa e chi doveva fare il salto di qualità non lo ha fatto. Dobbiamo far sì che questa critica positiva torni. Commisso è una persona che va tenuta stretta perché è arrivato qua dall’America e ha investito. La mia paura è che si stanchi… Ha già messo in piedi il centro sportivo, sta lavorando per lo stadio nuovo. Siamo impazziti, vogliamo farlo andare via? Se la critica ci dev’essere, va fatta a me e alla squadra, non al club. Non voglio usare buonismo, mi assumo le mie responsabilità».

MODULO – «Io ho sempre cercato di lavorare su sistemi di gioco in cui nella squadra ci fossero dei doppioni, dobbiamo essere bravi per tutte le situazioni».

RIBERY – «Sta bene, mentalmente è a posto, e mi son fatto un’idea su questo campionato strano: ci sono molti giocatori che soffrono le pressioni del pubblico e le gare calde, adesso invece questi stanno osando perché non ci sono spettatori. I campioni invece soffrono di più perché sfidano il pubblico e si sentono leader nel farlo. Ribery è uno di questi, deve pensare che sugli spalti ci siano i tifosi che si aspettano una giocata da parte sua».

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