2013

Prandelli: ?Juventus a misura dell?Avvocato. Balotelli..?

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ITALIA JUVENTUS PRANDELLI – A quasi 10 anni dalla morte dell’Avvocato, Cesare Prandelli ha ricordato Giovanni Agnelli nell’intervista rilasciata a Tuttosport:  «Gli sarebbe piaciuto ancora il calcio, perché era amante della gestualità, dell’estetica, della tecnica pura. Sapeva cogliere le sfumature e sdrammatizzare certe situazioni con l’ironia, l’intelligenza, le battute. I giocatori della Juve stanno facendo bene e la Juve ha dato il via a quella mentalità che vorremmo trasmettere al nostro settore giovanile. Quello secondo cui con il lavoro e la programmazione puoi sopperire alla mancanza di top player. E’ stato ed è un lavoro straordinario, quello di Conte: organizzazione maniacale, cultura del sacrificio, determinazione e concentrazione. Ah, tutti prima o poi devono passare attraverso la critica e le critiche: e quando le superi diventi ancora più forte», ha dichiarato il commissario tecnico della Nazionale, secondo cui all’Avvocato sarebbe piaciuta questa Juventus, perché «a lui piaceva vincere, quindi…».

«Pirlo? Fa parte di quei giocatori che sono la fortuna degli allenatori. Però anche gli allenatori hanno capito che attraverso Andrea possono vincere qualcosa. Chiellini? Eh, ma lui è un vincente, uno che non molla mai oltre ad avere caratteristiche tecniche e fisiche importantissime. E’ uno che trascina tutta la squadra: basta un movimento, uno sguardo, un recupero», ha aggiunto Prandelli sui due azzurri della corte bianconera, mentre sulla corsa scudetto ha spiegato: «Lasciamo perdere i punti dati o tolti, non entro nelle questioni di giustizia sportiva. Però è bello che Lazio e Napoli abbiano riacceso l’entusiasmo dei tifosi e reso il campionato più affascinante. E’ meraviglioso vedere la gente che sogna. Poi sarà difficile perché la Juve ha dimostrato concretezza. Lazio? Equilibrata. Come il suo allenatore: carismatico, però misurato, concreto, preparato. Mi piace molto, Petkovic. Napoli? Conferma. Mazzarri sta facendo un lavoro fantastico perché non è facile ripetersi e invece il Napoli è sempre lì».

«A me è dispiaciuto quando è andato via Verratti e spero che non accada più. E’ giusto che i club si muovano per tempo, che programmino come deve fare ogni famiglia e ogni azienda in tempi di crisi», ha spiegato l’allenatore dell’Italia in merito alla corsa per i giovani talenti del nostro Paese, su Balotelli, invece: «E’ un ragazzo che deve fare i conti con un fardello molto pesante per la sua età: l’immagine, la fama, la storia di un ragazzo di colore con una infanzia difficile adottato da una famiglia di Brescia e che adesso veste la maglia della Nazionale. E poi le ultime vicende personali legate alla figlia: tanta roba per uno di 22 anni. Dovrebbe riuscire a incanalare tutto in una motivazione straordinaria per 90’ e allora sarebbe tra i primi cinque al mondo. Ma sono convinto che ce la possa fare».

Prandelli, però, non sa chi scegliere tra Mourinho e Guardiola, eterni rivali: «Tutti e due. Non per diplomazia, bensì perché arrivano da esperienze diverse – uno non calciatore e l’altro campione – e sfatano luoghi comuni duri a morire. Invece se studi e lavori puoi portare sempre novità. Guardiola? Mi ha colpito la capacità di staccare. Vincere tutto e poi fermarsi è il sogno di tutti: assaporare vita, famiglia, vittoria. Lui l’ha fatto: l’ambizione non deve prevaricare la vita. E ora la scelta del Bayern conferma la sua grande capacità di cambiare e di spiazzare».

Infine, una battuta sugli stadi preferiti: «Quello della Juventus è molto bello. Ma anche Marassi. E gli 80 mila del San Paolo o il muro di folla a San Siro. Ecco: mi piacciono gli stadi pieni, altrimenti sono tristi. Tutti. Se sarebbe piaciuto lo Juventus Stadium all’Avvocato? Assolutamente sì. E’ uno stadio moderno e modello. Sarà l’impianto di riferimento per quelli futuri».

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