2014

Prandelli: «Al Galatasaray per vincere, non per soldi»

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Il tecnico svela: «Volevamo giocatori come Pato, Ibarbo e Campbell, ma non avevamo il denaro»

Prandelli è sul patibolo. Il tecnico del Galatasaray è pesantemente contestato dai tifosi tuchi a causa della scarsa gestione del club (è stato anche creato un sito web in attesa dell’esonero). La sconfitta interna per 3-0 contro il Trabzonspor di sabato scorso è stata l’ennesima batosta subita dal Gala, il tecnico non ci sta. Prandelli è intervenuto subito per spiegare la difficile situazione che sta vivendo la società, e lo ha fatto tramite il sito ufficiale del club.

TANTO MERCATO – «Dopo quello che è successo, e la sconfitta di sabato, voglio chiarire alcuni aspetti. Prima di tutto, accetto le critiche e mi prendo le responsabilità. Il nostro ex Presidente mi aveva convinto proponendomi un progetto importante ed innovativo per poter competere con le migliori squadre d’Europa. Abbiamo così costruito uno staff e una rosa per cercare di migliorare la scorsa stagione. Avevamo avviato alcune trattative importanti come Pato, Ibarbo, Doria, Balanta, Marcelo e Douglas, abbiamo anche cominciato a trattare Campbell e Song. Volevamo prendere almeno due di questi giocatori. In seguito, mi è stato comunicato dal signor Ebru, amichevolmente, che non avevamo abbastanza fondi per queste operazioni. Il Presidente ha proposto altri nomi, dicendo che avremmo superato i problemi. Tutti sapete quello che è successo dopo».

DOPO – «Così abbiamo accettato la situazione e abbiamo continuato a lavorare per cercare di ottenere il massimo con la squadra a disposizione. C’è uno staff di 32 persone che lavora per fare una grande squadra. Dopo l’inizio del campionato e della Champions League, sapevamo che non sarebbe stato facile. Il Presidente ha iniziato a criticare il nostro gioco, e dopo si è dimesso senza tante spiegazioni. La nuova amministrazione è al lavoro per migliorare la situazione difficile. Qui tutti devono prendersi le proprie responsabilità. Adesso dico alcune cose: il mio contratto non è legato a nessuna condizione. Al contrario, io sono arrivato per vincere, non per soldi. Il mio passato parla chiaro: mi sono sempre assunto le mie responsabilità e non mi aspetto mai qualcosa in cambio. Lavoro duramente per raggiungere successi storici qui, e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito fino ad ora. Sono ancora convinto che possiamo raggiungere i nostri obiettivi».

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