2014
Pogba: «Juventus, voglio vincere sempre»
E su Conte: «Mi ha insegnato a essere cattivo»
Presente e futuro della Juventus, Paul Pogba è un talento rampante cresciuto scrutando gli idoli Ronaldo, Ronaldinho e Zidane. Gli sprazzi di classe hanno già deliziato molte platee, ma i margini di crescita sono ancora tanti secondo il centrocampista francese: «Devo essere più maturo sul campo: ho 21 anni ma vorrei giocare come uno di 27. Non è facile e so che devo lavorare più degli altri per arrivare», ha dichiarato Pogba nell’intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera, dove ha parlato del Natale che trascorrerà in famiglia e della vacanza a Dubai, dove ha fatto il bagno con i delfini. Nonostante la giovane età, Pogba può vantare già un’esperienza ai Mondiali: «Sognavo di giocarlo. È stata un’esperienza straordinaria».
EUROPA – Un’esperienza che lo ha aiutato a pensare in grande, anche per la Champions League: «Io voglio sempre vincere, anche a ping pong. Possiamo pensare in grande: è tutta una questione mentale. Se abbiamo un po’ di fortuna, se sfruttiamo le debolezze altrui, può davvero accadere qualcosa di speciale», ha spiegato Pogba, che ha presentato poi la sfida degli ottavi di finale contro il Borussia Dortmund: «Loro vengono da tre stagioni eccezionali e la partita non l’abbiamo vinta prima di giocare. Però possiamo andare avanti».
RIVOLUZIONARIO – E’ il turno poi dei retroscena, come il soprannome “Mandela” a Manchester: «Perché non avevo firmato e avevo detto no a Ferguson. Nessun giovane lo aveva mai fatto, passavo per un rivoluzionario», ha confessato il centrocampista, che poi ha toccato il delicato tema del razzismo: «C’è ovunque, purtroppo, però non mi tocca. Chi mi urla “negro” per me è ignorante e basta. E comunque questo è il colore della mia pelle e non posso cambiare», le parole di Pogba, che ha ringraziato Muhammad Ali per la lotta al razzismo e confessato di aver letto e apprezzato il libro di Lilian Thuram su questo tema.
ORIGINI – Anche Pogba vuole offrire il suo contributo, ma su un altro terreno: «Vorrei aiutare chi ha bisogno. Faccio un mestiere di cui sono innamorato e che mi fa guadagnare bene: sento di dover dare a chi ha meno di me. Quattro anni fa sono stato per la prima volta in Guinea, il Paese dei miei genitori, alla ricerca delle mie origini. Ho visto persone senza acqua e cibo. Spero di poter contribuire a farle vivere meglio».
ARTISTI E LOTTATORI – Il centrocampista, che dal suo agente Raiola è stato paragonato ad un quadro di Monet, non si sente ancora un artista del calcio: «Ce ne sono tanti prima di me. Andrea Pirlo e Gigi Buffon sono davvero degli artisti», ha spiegato prima di passare al confronto tra Allegri e Conte: «Se urla meno non me ne sono accorto. Le persone sono diverse, Allegri ha una filosofia, Conte un’altra. Conte arrabbiato per un mio ritardo? Aveva ragione. Era stato un atteggiamento poco professionale. Avevo dei problemi e non era un ritardo voluto, ma ho accettato la punizione. Un suo insegnamento? Essere cattivo! Ce l’ho ancora qui» (indica la testa), ha dichiarato Pogba, secondo cui è dura vincere il Pallone d’Oro con Ronaldo e Messi in circolazione: «Nedved ce l’ha fatta, ma se avesse avuto contro Ronaldo e Messi sarebbe stata dura».
IN ITALIA – «Ho rispetto per la Roma, ma nel calcio parla il campo e basta», ha affermato Pogba, che vuole essere più decisivo per la Juventus: «Devo riuscire a cambiare la partita in qualsiasi momento, come fanno Vidal, Tevez o Pirlo». E sul calcio italiano: «Tatticamente gli italiani sono i più forti, non si discute. La serie A è un campionato molto difficile, ma meno spettacolare di altri: qui Ronaldo sessanta gol a stagione non li farebbe».