2020

La doppia vita di Pogba e Griezmann: marginali nei club, vitali per la Francia

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L’aria fresca della Nazionale francese rinforza lo spirito di Pogba e Griezmann, sempre poco centrali nel progetto tattico dei rispettivi club

I molti indizi sono ormai sufficienti, Paul Pogba e Antoine Griezmann è come se avessero una doppia vita. No, non c’entrano i legami privati ed eventuali amanti da nascondere dentro l’armadio. L’ennesima grande prestazione di entrambi in Nazionale ha riportato in evidenza la differenza di rendimento con i club di appartenenza.

Tutta questione di fiducia e centralità nel progetto. La Francia di Didier Deschamps che, vale sempre la pena ricordarlo, è al contempo Campione del Mondo e Vicecampione d’Europa in carica, come toccasana per le sue stelle. La vittoria da “grande” contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo è stata l’ennesima dimostrazione del valore assoluto dei transalpini.

Prendete Pogba per esempio. Dal suo ritorno in pompa magna al Manchester United è come se avesse un po’ smarrito la via dell’onnipotenza calcistica che sembrava dimostrare in bianconero. Liberata la zona di trequarti al mostruoso Bruno Fernandes, il tecnico dei Red Devils Solskjaer sta ora scegliendo spesso altri interpreti per i ruoli di perni davanti alla difesa.

Nell’ultima sfida contro l’Everton, decisiva per rinsaldare la propria panchina, il norvegese si è infatti affidato alla coppia Fred-McTominay, preferendo le qualità difensive da equilibratori a quelle del francese. Eppure il meglio di sé il “Polpo” ha dimostrato di poterlo regalare anche da centrocampista puro.

Da teenager era assolutamente dominante davanti alla difesa, ruolo “riscoperto” grazie a Deschamps che in quella posizione ha utilizzato Pogba nella trionfale campagna di Russia. E sempre davanti alla difesa continua a utilizzarlo ora, contro il Portogallo in un reparto a tre in cui Kantè e Rabiot avevano i compiti di mezzala da inserimento.

E che dire di Antoine Griezmann? Il milionario trasferimento al Barcellona si è rivelato un clamoroso flop. Economico e tecnico per il club, principalmente tecnico per il fuoriclasse di Macon. Anche in questo caso, è tutta questione di importanza all’interno del progetto tattico.

La presenza fino a pochi mesi fa di Suarez costringeva “Le Petit Diable” al decentramento in fascia o, il più delle volte, alla panchina. Senza il centravanti uruguaiano, resta però la problematica convivenza con Messi. Nel suo girovagare, la leggenda blaugrana occupa porzioni di campo decisamente amate anche dall’ex Atletico Madrid.

Evidenza riscontrata una volta di più alla luce della strepitosa performance con Les Bleus. Prima punta nel tridente di Deschamps, ma con funzione più da regista avanzato che sappia dettare tempi e ritmi della manovra d’attacco. Una centralità assoluta nel gioco della Francia, esattamente come avvenne durante il Mondiale. Da sottopunta alle spalle di Giroud, Griezmann seppe fare il bello e il cattivo tempo, esaltando di fronte al mondo intero la sua eccezionale sensibilità nel gioco.

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