2020
Pjanic: «Al Barcellona c’è tutto per vincere. Suarez? Una grande perdita per lo spogliatoio»
Pjanic: «Al Barca meno tattica, ma più qualità tecnica. Abbiamo tanta voglia di vendicare il 2-8…»
Miralem Pjanic è stato intervistato dal portale spagnolo Sport. L’ex numero 5 della Juve ha affrontato numerosi temi:
PRIMI GIORNI AL BARCA – «Sfortunatamente non ho potuto prendere parte agli allenamenti prima a causa Covid, ma le cose stanno andando molto bene. All’inizio mi sono allenato da solo e poi con la squadra. Fisicamente sto lavorando duramente per prepararmi il prima possibile. Sto cercando di adattarmi alla squadra e allo spogliatoio, imparare la lingua, comunicare con i miei compagni di squadra. Le prime impressioni sono molto buone. Non vedo l’ora che inizi la stagione, spero che sia un buon anno»
SUL TRASFERIMENTO AL BARCA – «Non è mai un brutto momento per venire al Barça. Il Barça è una squadra concepita per vincere tutto. Può darsi che lo scorso anno non sia stata una buona stagione e che sia finita male. Le cose non sono andate come avevano immaginato, ma pensa a tutte le squadre che ogni anno vengono costruite per vincere, e logicamente non tutte vincono. Non è facile vincere titoli. È stata una stagione strana per tutti, con il coronavirus: siamo stati disoccupati per diversi mesi, poi abbiamo dovuto ricominciare quasi all’improvviso, in date strane, senza pubblico negli stadi…».
SUI COMPAGNI DI SQUADRA – «Sono molto motivati. Da quello che mi dicono, le sessioni di allenamento sono cambiate molto. Questa squadra vuole vendicarsi di quello che è successo a Lisbona e dimostrare che è stato un grande incidente. Il nostro obiettivo è andare passo dopo passo: a partire dalla Liga, che non sarà facile. E in Champions League ci saranno cinque o sei squadre candidate a vincere il trofeo. Da marzo inizierà una nuova stagione all’interno della stagione stessa, con le fasi a eliminazione diretta di Champions League e il tratto decisivo del campionato di Lega, è lì che dobbiamo essere a tutto gas».
VENDICARE IL 2-8 – «Questi giocatori si sono già guadagnati il rispetto del mondo del calcio e non credo che debbano dimostrare niente a nessuno. Ma nel calcio ci sono incidenti, e non credo che ci sia un giocatore del Barça che non vuole dimostrare che il 2-8 è stato proprio questo, un incidente. Non ho dubbi. Ho parlato con alcuni di loro e non hanno perso un briciolo di fiducia in se stessi. L’anno scorso non è stato facile per nessuno, ma sono sicuro che quest’anno faremo una buona stagione, perché abbiamo buoni giocatori. Niente è facile nel calcio di oggi. Sappiamo che il Barça sta cambiando, forse i nuovi arrivati avranno bisogno di tempo per adattarsi, ma ci riusciremo».
LA PARTENZA DI SUAREZ – «È difficile perché è uno dei migliori attaccanti del mondo. Non sarà facile sostituirlo. Chi arriva, o chi gioca in quella posizione, dovrebbe cercare di non accorgersi della propria assenza, ma non sarà un compito facile. Stiamo parlando di uno dei due o tre migliori attaccanti del mondo. Sarà una grande perdita, anche per lo spogliatoio».
SU KOEMAN – «Buone sensazioni. Lavoriamo molto. Cerchiamo di adattarci alle vostre idee e di applicarle sul campo. Lavoriamo molto, qualcosa che sembra essere cambiato molto rispetto allo scorso anno. Gli allenamenti sono duri. Ora dobbiamo dimostrarlo sul campo, nella prima partita. Iniziare a vincere ci darebbe molta fiducia. Era un grande giocatore. Adesso è l’allenatore, ed è anche molto motivato. È un allenatore molto fiducioso delle sue idee. L’abbiamo visto con i Paesi Bassi, hanno fatto molto bene negli ultimi anni. È felice di essere arrivato al Barça e desideroso di mostrare le sue qualità di allenatore».
SUL CALCIO FRANCESE – «Tecnica e fisico, ma anche imparare a giocare ai massimi livelli. Sono arrivato al Lione a 18 anni e ho condiviso lo spogliatoio con giocatori come Juninho, Benzema, Cris e Gouvou. È stata un’enorme curva di apprendimento».
SUL CALCIO ITALIANO – «Per lo più tattico. Avevo grandi allenatori: Luis Enrique, Rudi García, Allegri, Spalletti, ecc. Ho anche imparato ad essere fisicamente più preparato per affrontare tutte le partite. Ora conosco meglio il mio corpo, sia fisicamente che mentalmente. Immagino che al Barça sarà diverso, qui ci sarà meno tattica, ma più qualità tecnica. Ma spero di continuare ad imparare. Ho giocato più di 600 partite, penso di avere una certa esperienza e giocherò con calciatori che conoscono anche il gioco, ma voglio continuare a imparare».
SULLE LINGUE PARLATE – «Parlo sei lingue: francese, tedesco, bosniaco, lussemburghese, italiano e inglese. Adesso è il turno dello spagnolo».