2016

Pisacane: «L’esordio in Serie A me lo sono guadagnato»

Pubblicato

su

Il difensore del Cagliari Fabio Pisacane, oltre alla tentazione del calcioscommesse, ha dovuto affrontare un’infanzia difficile, gravi problemi di salute e infortuni prima dell’esordio in Serie A

Il calcio spesso ci regala storie incredibili e certamente la vita di Fabio Pisacane non è da meno. L’infanzia nei Quartieri Spagnoli nel corso di una grossa faida di camorra, la paralisi, la rottura dei legamenti e la tentazione del calcioscommesse hanno sicuramente creato non pochi problemi al difensore napoletano del Cagliari, ma Fabio sempre avuto la forza di affrontare tutte le avversità, riuscendo a esordire finalmente a 30 anni in Serie A. Pisacane si racconta in un’intervista a Sportweek.

L’INFANZIA – «Sono cresciuto nei Quartieri Spagnoli a Napoli, da bambino giocavo sempre per strada e in quegli anni ho vissuto la più grossa faida di camorra mai vista nella zona. Vedevo gente morire ammazzata intorno a me. Ma anche da un contesto del genere ci si può migliorare e crescere. Ci sono riuscito leggendo e studiando, anche se ho dovuto lasciare la scuola dopo la terza media. Era difficile studiare e giocare a calcio. La lezione più importante che ho imparato dalla mia famiglia è che nascere poveri non significa diventare per forza delinquenti. Mio padre ha fatto a lungo l’ambulante, oggi porta le pizze. Per questo accettare i soldi che Buffone, all’epoca direttore sportivo del Ravenna, mi aveva offerto avrei rinnegato tutti i miei valori».

PARALISI E INFORTUNI – «All’epoca ero nel vivaio del Genoa. Un giorno mi sono svegliato e non sono riuscito a muovere le braccia, ho chiamato subito mio padre. Da lì il responso degli esami fu che soffrivo della sindrome di Guillan-Barré, un’infiammazione del sistema nervoso che porta a una paralisi quasi totale. Rimasi quasi tre mesi in ospedale, sono stato anche 20 giorni in coma, ma col sostegno della mia famiglia ne sono uscito. Ripresi anche a giocare in seguito, ho esordito in serie B il 28 maggio 2005 con Milito e Lamouchi al Genoa. A 26 anni ho subito la rottura del legamento crociato alla prima vera stagione in B. Penso che se sono arrivato in A a 30 anni è stato perché sono pronto solo adesso. Non sono stati i miei problemi a fermarmi, nemmeno degli altri e dalle etichette che mi hanno dato. Quello che ho me lo sono guadagnato sul campo».

Exit mobile version