2015

Pisa, Morrone: «Basta passi falsi, puntiamo la Reggiana. Parma, quelle operazioni…»

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Il capitano nerazzurro prosegue: «Ho fatto i complimenti a Melli, per il Parma le porte sono sempre aperte»

Testa alta e fascia al braccio, Stefano Morrone è sempre stato lo stesso. Diciannove anni di carriera ma sempre da capitano, da leader. Da Cosenza a Palermo, passando da Parma e Verona, Morrone ha sempre lasciato un ottimo ricordo ai tifosi. Carisma e personalità al servizio del Pisa, società con grandi ambizioni che mira a tornare in serie B. Una delle ultime sfide di capitan Morrone, tutta da vincere. Proprio il centrocampista calabrese ha concesso una intervista esclusiva a Calcionews24.com, raccontando tutti i passaggi della sua carriera fino ad arrivare al dolore provocato da un suo grande amore, il Parma Calcio. 

Stefano, possiamo fare un primo bilancio della tua esperienza al Pisa.
«Siamo entrati in un momento clou della stagione, mancano dieci giornate alla fine ma noi ne avremo undici considerando l’importante recupero contro la Reggiana. Siamo in coda nel quartetto che è in testa, non possiamo più permetterci passi falsi. Abbiamo perso tanti punti per strada, ci è mancata quella continuità necessaria per stare in vetta. Adesso è inutile pensare al passato ma dobbiamo guardare avanti».

Quindi credete ancora al primo posto?
«Siamo realisti e guardiamo i fatti: l’Ascoli è distante nove punti. Il recupero con la Reggiana sarà importante ma il distacco non è facilmente colmabile. Questo è un campionato duro, che riserva diverse sorprese, noi dobbiamo pensare unicamente a fare più punti possibili».

A proposito di sorprese, il Teramo ve lo aspettavate cosi in alto?
«Per blasone le favorite erano Pisa, Ascoli e Reggiana ma il Teramo è meritatamente secondo. Hanno una coppia di attaccanti che ha fatto qualcosa come ventinove gol in due, fanno la differenza. Hanno entusiasmo e non hanno i fari puntati, sono un osso duro. Noi abbiamo subito le promesse fatte ad inizio anno. Tutti ci davano già in B ma questo non ci ha giovato. Io vengo da una lunga carriera dove ho imparato che meno parli meglio è, i proclami possono giocarti brutti scherzi».

Però la rosa è di primo livello. Quali sono i giovani più interessanti?
«E’ vero, siamo un gruppo formato da molti giocatori con grande esperienza anche in categorie superiori e giovani di talento. Arma ha già segnato quattordici gol, è il nostro cannoniere. Filippo Costa sta facendo molto bene, un ragazzo interessante come lo sono anche Misuraca, Finocchio, Frediani, Sini e spero di non aver dimenticato nessuno».

Tu sei come il vino, più invecchi e più diventi forte. Quattro gol in campionato e l’assist decisivo a Floriano nella vittoria di Grosseto. Sei tornato quello di Palermo a livello realizzativo?
«In effetti il vizietto del gol l’ho sempre avuto, adesso sono arrivato agli sgoccioli della mia carriera, non ho la stessa lucidità degli anni migliori. Ho sbagliato diversi gol quest’anno ma ci sono sempre, mi inserisco e trovo la porta spesso. Sono soddisfatto del mio rendimento fino a Natale, poi ho avuto due mesi di flessione ma adesso sono tornato in forma e sono pronto a dare il mio contributo per il rush finale. Adesso è inutile fare proclami ma dobbiamo pensare a sorpassare la Reggiana, un obiettivo alla volta».

Passiamo al tuo passato: qual è stato l’allenatore che ti ha dato di più?
«In diciannove anni di carriera posso dire di aver avuto tanti allenatori, forse quello più importante è stato il primo. Sonzogni a Cosenza mi ha dato tanto, ricordo che si oppose alla mia cessione e volle a tutti i costi che entrassi nella prima squadra. Mi ha buttato nella mischia, mi ha fatto diventare un giocatore credendo nelle mie qualità ancora non note. Anche Guidolin mi ha dato tanto, avevamo un grande rapporto».

E quello che ti ha dato di meno?
«Nomi non te ne faccio (ride ndr)».

Il giocatore più forte con cui hai giocato?
«A Piacenza ho avuto la fortuna di giocare con Stroppa, un talento incredibile. A Venezia un certo Pippo Maniero, a Palermo il professore Zauli, Grosso ma anche Couto, Corradi e Cristiano Lucarelli a Parma. Ce ne sarebbero anche tanti altri in realtà».

Una scelta che non rifaresti?
«Devo essere sincero, di grossi rimpianti non ne ho. Ho sempre lasciato il segno, diciamo che non sono mai passato inosservato. Forse solo a Piacenza non mi sono trovato bene con Novellino. Un rimpianto c’è, il non essere andato a Monaco con Guidolin che aveva fatto il mio nome. Avrei potuto guadagnare più soldi e magari mi si apriva una carriera migliore ma Spinelli si oppose, arrivammo in Europa con il Livorno».

Recentemente Melli ti ha citato in una lettera indirizzata a Ghirardi e Leonardi, l’hai letta?
«Si, Melli ha detto cose verissime e gli ho fatto i complimenti per il modo in cui è stata scritta. Ha semplicemente detto la verità: ci sentiamo tutti delusi e traditi».

Ti saresti mai immaginato un crac di queste dimensioni?
«Sinceramente no, non cosi grande. Due anni fa prima di andare a Latina, ho fatto tutto il ritiro con loro. Noi ci allenavamo ma poi arrivavano notizie strane: il Parma ha preso questo, il Parma ha preso quello. Alla fine ne erano quasi duecento, pazzesco. Noi giocatori non capivamo, perchè c’erano diversi giocatori over 30, se prendi dei giovani ci sta ma cosi ci pareva troppo strano. Poi le scadenze venivano rispettate e quindi i dubbi si facevano meno forti, ma rimanevano. Vero anche che ai più vecchi hanno proposto sempre di spalmare i contratti su tanti anni, noi volevamo aiutare la società e ci siamo adattati. E’ allucinante, un disastro cosi non ce l’aspettavamo. Ora basta, però».

Se il Parma dovesse ripartire dalla serie D, tu saresti disponibile a tornare e dare una mano nella ricostruzione?
«Parma, l’ho sempre detto, rappresenta il mio passato, il presente e il futuro. La mia vita famigliare è a Parma, abbiamo deciso che vivremo li, a giugno tornerò. Certo poi devo vedere con il Pisa, se avrò voglia di giocare ancora. Per me Parma è la priorità, la porta resta sempre aperta, sono stato sette anni lì.Però adesso devo pensare solo a rendere grande il Pisa e a raggiungere il sogno di tutti. Questa è una città con una passione incredibile, vogliamo regalare qualcosa di importante e poi tirerò le somme. Non ti nego che dopo tanti anni di A, vedo tante cose storte, sei abituato diversamente e magari la voglia scende. Però poi la domenica scendi in campo a fare quello che ami e la voglia torna, nonostate sia vicino alle 37 candeline».

 Si ringrazia l’ufficio stampa del Pisa e capitan Morrone per la grande disponibilità

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