2018
Pirlo sta con Mancini: «Gli allenatori non hanno coraggio, U21 specchio di una generazione»
Andrea Pirlo interviene sul tema dei giovani talenti italiani e prende le difese del ct Roberto Mancini
Nuova polemica sui giovani italiani: Roberto Mancini ha chiesto ai club di far giocare i calciatori nostrani e nel frattempo ha convocato Pellegri, classe 2001, e Zaniolo (non ha mai giocato in A «Almeno lo conosco»). In questo inizio di campionato solo il 39,6% dei calciatori impiegati è italiano. Dieci anni fa lo era il 61,9%. Andrea Pirlo, ex centrocampista, ha parlato della crisi dei talenti italiani a La Repubblica: «Penso che per un ct il problema sia riferito soprattutto alle grandi. Inter, Juventus, Napoli e anche Roma non schierano molti italiani. L’eccezione è il Milan, e tra le altre la Fiorentina. Il coraggio non è mai stato una dote degli allenatori italiani: spesso hanno preferito dosare il minutaggio dei ragazzi. È difficile che un diciottenne tolga il posto a uno di 28-30 anni».
Continua Pirlo: «Succede da un po’: tanti stranieri sono meno bravi dei nostri. Capita anche in B e perfino nelle categorie inferiori. Probabilmente costano meno ai club, anche in ingaggi, altrimenti non vedo il senso. Ma non va preso come un alibi. Non bisogna mai accontentarsi di giocare in un grande club. Se uno è davvero bravo, gioca subito in qualunque squadra, come Verratti al Psg. Bisogna fare sempre qualcosa in più per puntare al massimo, cioè a essere titolare nel club e in Nazionale. Lo specchio del valore di una generazione è l’Europeo Under 21. L’ultimo vinto è del 2004. Significa che da allora non c’è abbastanza qualità per rivincere».