Serie B

Pippo Inzaghi, 51 anni oggi: «Compleanno con la SQUADRA e FAMIGLIA, l’IDEALE; ai giovani bisogna levargli la PLAYSTATION»

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51 anni oggi per Pippo Inzaghi: il nuovo tecnico del Pisa si racconta in una intervista a la Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole.

AUGURI DI COMPLEANNO – «Grazie, ma ormai è un giorno come gli altri… Anzi, questo è il mio compleanno ideale: allenamento con la squadra, poi con i nonni, Angela e i bambini».

COMPLEANNI A MILANO MARITTIMA CON BOBO VIERI – «C’è un tempo per tutto, rimpiango soltanto di non avere avuto i figli prima».

UN ATTACCANTE COME REGALO – «Credo di avere una squadra già forte. Quando la società fa aquisti, li fa importanti: sono tranquillo, o arriva gente che fa la differenza, o stiamo così».

COME UOMO É A 51 ANNI – «Ho avuto tanto dalla vita, ma una famiglia e i bambini ti trasformano. Sono diventato paziente, dote che pensavo di non avere. Come uomo mi devono giudicare gli altri, mi meraviglio dell’affetto che ricevo ovunque. Come allenatore sono sempre unoche ama il suolavoro, anche se giocare era più facile. Mia moglie ha detto: “Ti auguro di aver trovato a Pisa un posto giusto, che ti dia serenità”. Così è».

ANCORA AFFAMATO DI SUCCESSI O É DIVENTATO PIU’ SAGGIO – «Mi piace andare al campo tutti i giorni per far crescere i giocatori, soprattutto i giovani: bisogna levargli un po’ di computer e PlayStation e fargli amare di più il pallone, per me era stato così».

DIVIETI DI SPALLETTI IN NAZIONALE – «Non so come faceva lui, io non andrò mai a controllare i giocatori in camera, li tratto da persone adulte e mi fido. Dico solo cosa fare per rendere al meglio».

IN B PROTAGONISTA – «Ho avuto squadre importanti, la differenza la fanno i giocatori e le società. Noi allenatori dobbiamo fare meno danni possibile e far rendere i giocatori».

COSA NON HA FUNZIONATO IN A – «Purtroppo sono sempre andato a lottare in situazioni difficili. Se un giorno ci tornerò – anche se per me la categoria conta poco – avrò un’esperienza diversa. Si impara di più da un insuccesso che da un successo».

PISA – «E’ un posto che ho sempre avuto in mente, ci siamo rincorsi a vicenda e finalmente ci siamo presi. Credo che questo sia il momento migliore per entrambi. Conosco i Corrado da tempo, ricordo il messaggio mandato dopo la promozione in B del 2019. Knaster mi è piaciuto tantissimo, ci sono progetti per centro sportivo e stadio: c’è la consapevolezza per costruire qualcosa di importante ed essere pronti per ogni traguardo».

PAREGGIO CON IL FRATELLO SIMONE – «Una partita guastata dall’infortunio di Esteves, uno insostituibile. Ringrazio Simone per aver portato qui l’Inter, ci tenevamo a fare bella figura anche se ci siamo difesi tanto».

ENTUSIASMO DEI TIFOSI – «Un affetto incondizionato ancora prima di poter dimostrare qualcosa: una cosa che mi ha responsabilizzato ancora di più».

3-4-2-1 – «Il Pisa l’aveva già fatto bene, soprattutto in fase di possesso, e oggi ci dà certezze. Ma non è una cosa definitiva, possiamo anche difenderci a quattro».

FAVORITE – «Cremonese, Palermo, Sassuolo, Samp, poi Frosinone e Salernitana per gli organici. Però io devo far capire ai miei che di più forti non ce ne sono».

PIRLO E GROSSO – «Campioni con i quali ho condiviso gioie incredibili: con Andrea ci siamo sfidati solo in Coppa Italia, con Fabio in B abbiamo già fatto belle battaglie…».

MEDAGLIA PREFERITA ALLE OLIMPIADI – «Tutte, anche se posso seguire l’Olimpiade solo in ritiro, a casa con i bimbi è dura. L’argento nel tiro a volo della Stanco è stato incredibile, penso a chi si allena quattro anni per una gara di pochi minuti. E poi l’oro di Ceccon,
grande! Quando vedo l’oro e sento l’inno, beh, io mi emoziono ancora: ecco, una cosa che mi manca in carriera sono soltanto i Giochi
».

VIVERE A PISA – «Anche qui ho preso casa in centro, è comodo anche per l’asilo. Poi mi piace il contatto con le persone: quando ho un momento complicato, mi basta passeggiare e vedere la gente per ricaricarmi. Per me fare un autografo o un selfie è una gioia».

SE É GIÁ SALITO SULLA TORRE – «No, ma ho portato i bimbi in bicicletta a vederla perché Edoardo me l’aveva chiesto: si è emozionato, presto saliremo».

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