2013
Piazza frenetica pretende scudetto, ma questa Roma non merita rammarico
Sedici gare di campionato e mai una sconfitta
SERIE A ROMA – Una gran bella Roma quella ammirata nello scenario di San Siro: magari non perfetta, ma davvero in pochi – forse nessuno – avrebbero scommesso sull’abilità da parte di Rudi Garcia di risollevare in un lasso di tempo così breve la Roma dalle macerie del fallimento di due consecutivi progetti tecnici.
LA PERSONALITA’ DELLA ROMA – Seppur contro un Milan in evidenti difficoltà strutturali non era affatto scontato che gli uomini di Garcia andassero ad imporre la propria proposta calcistica su un campo ostico come quello di San Siro: ed in tal senso la Roma ha condotto le operazioni della partita, si è di fatto riversata nella metà campo avversaria inscenando le solite trame fatte di accelerazioni improvvise e triangolazioni veloci. E’ mancato qualcosa in fase prettamente conclusiva ma è un assunto che non può togliere nulla alla validità della prestazione: il Milan è sembrato per lunghi tratti della gara alle corde, bravo poi però a non mollare la partita, trovare per due volte la via del pari e rischiare addirittura di vincere la sfida grazie al livello elevato di alcuni suoi singoli.
PIAZZA IRREQUIETA – E nonostante tutto nell’ambiente giallorosso – con particolare riferimento ai media ed una fetta importante di tifosi – c’è chi sceglie di lasciare spazio al rammarico: si scava nel particolare evidenziando qualche difetto in termini di finalizzazione o qualche improvvisa carenza in fase difensiva (retroguardia meno battuta d’Europa) o come al solito si impreca contro le solite e sempre comode invenzioni sulle decisioni arbitrali sfavorevoli. Della serie: quando si vince è merito nostro, quando si perde è colpa degli altri. No, la Roma – questa Roma – non merita ciò. Il problema fondante è paradossalmente rappresentato dalle dieci vittorie consecutive in avvio di stagione: dal buio alle stelle, trenta punti che però hanno decisamente destabilizzato l’ambiente proiettandolo di colpo in chiave scudetto. Con la conseguenza che, per molti, un eventuale secondo o terzo posto lascerebbero addirittura l’amaro in bocca.
OBIETTIVI E MERCATO – Ma il target della Roma non può mai essere quello dello scudetto: miracolo se poi arriva, ma oggettivamente Juventus in primis e Napoli in tal senso sembrano avere qualcosa in più. Valore complessivo più prossimo a quello della Fiorentina – oggi al quarto posto e lontana otto punti dai giallorossi ma in procinto di recuperare quel Mario Gomez che non ha finora potuto incidere sulle sorti del campionato – e per la Roma è consigliabile concentrare tutte le sue forze su una clamorosa (sì, in avvio è definibile soltanto così) quanto non affatto scontata qualificazione alla prossima Champions League. Difficile intervenire su questo organico: il prolifico recupero di Destro copre anche la casella del centravanti ma se le ambizioni vogliono diventare massime l’assalto ad un attaccante di primissimo spessore può diventare realtà. Le casse, dopo l’attivo record generato in estate (40 milioni), sono piene e c’è spazio per agire: qualcosa è sicuramente fattibile in difesa sulle corsie laterali, dove preoccupa la pubalgia di Balzaretti. C’è un Dodò in grande crescita, e dunque si interverrà soltanto qualora dovesse concretizzarsi l’ipotesi di prelevare un giocatore di assoluto valore. Altrimenti la Roma sta bene così com’è.