Petrachi: «Quagliarella e Amauri affari facili» - Calcio News 24
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2014

Petrachi: «Quagliarella e Amauri affari facili»

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Il ds granata su Cerci e Immobile: «Volevamo trattenerli»

CALCIOMERCATO TORINO PETRACHI – Mercato e non solo: il direttore sportivo del Torino ha provato a  mettere le carte in tavola nell’intervista rilasciata a Tuttosport. Si parte dalle cessioni di Alessio Cerci e Ciro Immobile e dall’arrivo di Fabio Quagliarella, che rientrano in una politica che prevede l’inserimento di giovani interessanti in uno zoccolo duro creato negli ultimi anni: «Da parte nostra ci sarebbe stata la volontà di proseguire insieme, ma entrambi avevano chiesto di andare via. A quel punto si è messa in moto la macchina per sviluppare un gioco differente. Quagliarella? Non è stato difficile portarlo al Toro. Lui aveva espresso in maniera chiara la volontà di tornare, le altre squadre che erano su di lui non lo stuzzicavano. Ci disse che avremmo dovuto trovare l’intesa con la Juventus per il valore del cartellino e che con lui non ci sarebbero stati problemi. Aveva fatto la sua scelta a prescindere da Conte e da chi avrebbe allenato la Juve», ha dichiarato Gianluca Petrachi.

DIETRO LE QUINTE – Il direttore sportivo granata ha parlato poi del lavoro su Cerci: «E’ molto dispendioso, va continuamente stimolato e preso per le corde giuste. La maggior parte del lavoro l’ha fatto il tecnico, ma anche il club è intervenuto. L’aspetto peggiore è che la vera offerta è arrivata un giorno prima della chiusura del mercato», ha spiegato Petrachi, che poi ha parlato anche del colpo Amauri, messo a segno un’ora prima della chiusura della sessione estiva di mercato: «C’era un piano B. Avevamo bloccato un’alternativa. Amauri voleva mettersi in discussione e non ha chiesto un centesimo in più o un anno in più rispetto a ciò che aveva a Parma».

GIRO DI MERCATO – Il mirino poi si sposta sul Sud America, dove è stato spesso nei mesi scorsi il dirigente del Torino a caccia di nuovi talenti. Ma non è andata sempre bene: «Ho bocciato il fantasista Maxi Rodriguez del Gremio: è un buon giocatore, ma aveva alcune caratteristiche che mal si sposavano con le nostre esigenze. Gaston Silva mi ha colpito per la sua maturità, nonostante i suoi 20 anni gioca come un veterano», ha raccontato Petrachi, che poi ha parlato dei giovani colpi messi a segno: «Martinez ha giocate geniali, è difficile da marcare e regala quella fantasia che ci serve. Bruno Peres è un terzino con facilità di corsa, deve solo portare in Italia la stessa spregiudicatezza che aveva in Brasile. Sanchez Mino è eccezionale come personalità. Poi ha una duttilità sconcertante e margini di crescita importanti. Jansson è impressionante per la serenità con cui sa giocare e nonostante sia un armadio a 4 ante è rapido e veloce. C’è anche Benassi: è semplice, è una spugna, raccoglie tutti gli insegnamenti ed è ambizioso. Ha un grande potenziale, deve crescere solo in personalità».

BILANCI OK – Infine, Petrachi, che ha preso le difese di Larrondo, criticato dai tifosi dopo l’errore dal dischetto contro l’Inter, ha rivelato di essersi battuto per Padelli, finito in Nazionale con Darmian. Ma questa per il Torino è la stagione dell’Europa League e a tal proposito ha concluso: «Se è arrivata è anche perché il Torino sotto il profilo dei bilanci è un esempio. Questo club non ha debiti con le banche, paga puntualmente lo stipendio. Siamo un modello anche come ammortamenti e gestione».