2020

Petrachi: «Conte alla Roma? La verità la sappiamo io e lui, magari uscirà fuori»

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Gianluca Petrachi, direttore sportivo della Roma, ha parlato sulle frequenze di Radio Radio: queste le sue dichiarazioni

Gianluca Petrachi, direttore sportivo della Roma, ha parlato sulle frequenze di Radio Radio. Queste le sue dichiarazioni riportate da vocegiallorossa.it.

CONTE E FONSECA – «Su Conte se ne sono dette tante, ma la verità la sappiamo solo io e lui. Non mi va oggi di dire delle cose che non hanno senso. La verità la sappiamo noi, magari uscirà fuori tra qualche anno. Fonseca è un allenatore che ha delle idee innovative, l’ho preso per questo. Il suo gioco è fatto di palla a terra, velocità di pensiero. Il calcio italiano ha delle difficoltà, lui ci si è imbattuto e spero che ne possa fare tesoro. Se poi si resta ancorati a certe credenze e non si ascoltano i consigli questo diventa soggettivo. Se migliora in alcuni aspetti può avere una carriera brillante come sta avendo. Deve perfezionare qualcosa per diventare un top»

PAU LOPEZ – «Secondo me è un buon portiere e rispettava tutte le caratteristiche che servivano al mister. Fino al derby credo che tutti fossero contenti, anche Zenga lo ha elogiato. Dopo il derby si è inceppato qualcosa, forse ha subito il colpo psicologico per l’errore, ma questo non gioca a suo favore. Dopo si è rotto il polso, questa è un’altra problematica: chi gioca a calcio sa le dinamiche e non è normale che succeda questo per un portiere. Questo non giustifica i suoi successivi errori. Colo Bologna quando abbiamo vinto al 94’ ha fatto una grande parata. Pau Lopez non è stato pagato 30 milioni, ma 18 più la metà del cartellino di Sanabria. Qualcuno mi smentirà, ma sono convinto che se tornerà in sé mentalmente tornerà a grandi livelli. Lo scorso anno dopo i primi mesi ce lo stavano chiedendo anche squadre di Premier. Non penso di aver sbagliato l’acquisto. Lo stesso Mirante ha affermato che Pau Lopez è davvero fortissimo: uno come lui, con la sua esperienza, non dice cose a caso».

FRIEDKIN – «Ho conosciuto i Friedkin in un pranzo in inverno. Si è parlato del mio modo di lavorare, erano molto interessati ad ascoltare. A febbraio poi avevamo organizzato il lavoro futuro, che oggi io so. A Trigoria c’erano i loro uomini di fiducia, ma poi da lì non li ho mai più sentiti. Io sono in causa con la Roma, mi hanno licenziato per una questione che loro hanno definito una giusta causa, e io nelle sede legali spiegherò che non è così. Non sono io che devo farlo, al massimo lo devono fare loro. La Roma ha bisogno di un direttore sportivo, che sia Petrachi o un altro. Io mi sono sempre preso le mie responsabilità, non mi sono mai fatto condizionare dai fattori esterni, ho sempre fatto quello che c’era da fare. Se loro vorranno mi contatteranno, ma magari non capiterà perché a loro non interessa e si faranno raccontare delle cose da chi è dentro Trigoria»

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