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Petrachi: «A Roma qualcuno ha cercato di buttarmi giù dal patibolo»

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L’ex direttore sportivo della Roma Gianluca Petrachi ha parlato ai microfoni di Gold Tv commentando la sua esperienza in giallorosso

L’ex direttore sportivo della Roma Gianluca Petrachi ha parlato ai microfoni di Gold Tv commentando la sua esperienza in giallorosso. Le sue parole riprese da VoceGiallorossa.

ROMA – «Nonostante sia stato un periodo di breve è qualcosa che mi è rimasto dentro. Quando non si è preparati, anzi si è obbligati a lasciare una cosa fa sempre male. La parentesi romana mi ha insegnato tanto, mi ha fatto crescere. Cerco sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno. Sono esperienze di vita, tornassi indietro rifarei alcune cose e altre no. Ho vissuto un anno intensissimo, sono arrivato con una situazione di tutti contro tutti: erano usciti Totti e De Rossi, la società era nei casini. Ero consapevole di ciò che stavo facendo e convinto di poter incidere. Se mi avessero supportato come nei primi sei mesi oggi parleremmo di un’altra storia. C’è il rammarico di non aver continuato un percorso molto importante che si stava facendo».

PALLOTTA – «Pallotta ha fatto chiarezza su tutto, ha fatto anche nomi e cognomi. Nel mondo del calcio gli aspetti sentimentali di una persona vengono calpestati. Era stata attaccata anche la mia persona. Qualcuno in maniera strategica ha cercato ed è riuscito a buttarmi giù dal patibolo».

PAU LOPEZ – «Faccio una piccola premessa. Quando fai una rivoluzione come quella a Roma, dove ho ceduto 16-17 giocatori e ne ho presi altrettanti, è normale che qualcosa venga male. Credo che l’aspetto importante sia cercare di non sbagliare l’uomo più che il calciatore. A volte l’aspetto caratteriale diventa predominante. Pau Lopez nei primi sei mesi, prima dell’errore al derby, aveva dimostrato di avere delle qualità importanti. La sua qualità migliore era quella di impostare l’azione. Dopo il derby si è inceppato emotivamente: se tu non ne vieni fuori da solo diventa un dramma. Alisson sta rischiando la cessione al Liverpool, Klopp ha detto che non è più quello di prima. Capita anche ai migliori. Mi fa rabbia non poter parlare con Pau Lopez e dirgli di tirare fuori gli attributi, perché il calciatore deve avere anche quella personalità per uscire dai momenti difficili: se non ci riesce gli manca qualcosa per arrivare a un certo tipo di livello. Poi ci sono i vari Spinazzola, Mancini, Smalling, Veretout: tra tanti giocatori va bene anche sbagliarne uno. Ci metterei la firma per fare sempre questo tipo di mercato. Però è giusto contestarmi per questa scelta perché ho sbagliato».

ACQUISTO MIGLIORE – «Per come è arrivato Villar, era un perfetto sconosciuto. Non ci sono squadre che hanno fatto un’operazione come la mia, di solito quelli di categorie inferiori li girano in prestito. Villar ha una grande intelligenza, è riuscito a tenere botta alle pressioni di Roma, anche se da un certo punto di vista la mancanza di tifo un po’ ha falsato il campionato».

TENTATIVO PER CONTE – «Su questo tema mi asterrei perché non credo sia giusto parlarne. Con Conte siamo cresciuti insieme calcisticamente, in più era anche un allenatore disoccupato. Tutto poteva accadere».

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