Zdenek Zeman ha toccato diversi temi, nel corso di un’intervista realizzata per la Gazzetta dello Sport.
Il tecnico boemo, protagonista alla guida del Pescara, ha voluto ribadire la presenza di troppi agenti extra-calcistici in quello che dovrebbe essere, dal suo punto di vista, un mondo pulito: “I media mi cercano perchè la mia è un’immagine positiva del gioco del calcio – ha dichiarato Zeman – . Il mio stile di gioco? La disposizione tattica è uguale, lo sviluppo della fase offensiva no: si cercano sempre nuove strade. Io cerco di semplificare il gioco del calcio: servono fantasia e inventiva e i giocatori devono capire quando usarle e quando no. La difesa? Molti allenatori parlano di equilibrio, poi sono più i gol che prendono di quelli che fanno. Le mie squadre no: sono sempre di più i gol fatti. Segnare un gol più degli altri: questo è il concetto giusto. Non ho mai giocato per non retrocedere, però molti miei risultati sono stati decisi fuori dal campo, come la retrocessione di Avellino: di quella squadra però oggi cinque giocatori sono in A, perciò sono felice per le prestazioni. Il recente caso-scommesse? Molte partite sono condizionate dall’esterno: prima lo erano dall’interno, come ha dimostrato Calciopoli. Da anni il calcio ha perso credibilità . Se ho mai fatto denunce? Ne ho fatte due alla Procura federale, non è successo niente. Ma erano altri tempi… Il livello della Serie B? Le società  hanno pochi mezzi, a parte Samp, Padova e Torino. Però ora i giovani possono giocare e affermarsi: è vero che costano meno, ma così ci sono meno ex giocatori. La rinascita della Juve? Conte cambia spesso, è partito con un’idea diversa, ma la squadra ha preso il suo carattere, è ben motivata. Il Milan però è favorito per lo scudetto. La Roma di Luis Enrique? Vuole proporre calcio con molto possesso, ma mi sembra che abbia cambiato. Roma è una piazza difficile se non fai risultati, se li fai è la più bella.“