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2012

Pescara, Sebastiani: “Zeman resta a Roma. Salvezza..”

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CALCIOMERCATO PESCARA SEBASTIANI – E’ fuori dagli schemi Daniele Sebastiani: non dovremmo meravigliarci di un presidente che porta a cena due suoi ex allenatori, prima Zeman e poi Stroppa, ma in un calcio sempre più dominato e condizionato dal denaro resta, dunque, qualche barlume di speranza. Intervistato dal Corriere dello Sport, il patron abruzzese ha però escluso un ritorno a Pescara del tecnico boemo.

Sebastiani, si dice in giro che Zeman l’anno prossimo potrebbe tornare al Pescara.

«E’ una stupidaggine, una chiacchiera venuta fuori al primo accenno di difficoltà della Roma, ma siccome arriverà tra le prime tre, il mister resterà lì».

Potrebbe vincere lo scudetto?

«Non so, c’è un po’ troppa distanza, ma con lui niente è impossibile».

Bisognerà che vengano assorbiti alla perfezione i suoi meccanismi.

«Sembra difficile, un po’ come è stato per me l’approccio con l’iphone, però una volta capito il funzionamento diventa una macchina da guerra e crea dipendenza».

Eppure c’è da scommettere che domenica vorrebbe batterlo.

«Spero che sia una sfida con tanti gol, uno in più fatto dal Pescara».

Finora, però, ne avete segnati pochini (9)!

«Può darsi sia la volta buona che ci sblocchiamo».

Magari influirà il cambio di allenatore: dopo Stroppa c’è Bergodi. Come mai questa sua passione per gli esordienti?

«Mi sembra che in giro non ci siano scienziati e mica è una colpa essere bravi. Non è che ci divertiamo a fare debuttare gli allenatori in A, li scegliamo perché ci crediamo».

Tra l’altro Bergodi era anche un suo compagno di classe alle superiori.

«Approfitto per chiarire che l’amicizia non c’entra niente, Cristiano lavora bene e ha avuto un’importante esperienza all’estero, è la persona giusta al momento giusto».

Forse è pentito di avergli preferito Stroppa in estate?

«Per nulla, qui Stroppa non ha trovato le condizioni giuste, eppure sono sempre convinto che presto sarà chiamato da una ‘grande’. Ne riparleremo. Inoltre è una bella persona».

Già, le dimissioni non si usano più.

«Giovanni non ha preteso un centesimo, ha dimostrato una grande signorilità. Ma non è per questo che lo stimo».

Potevate aiutarlo con un mercato diverso. Non crede di aver preso troppi stranieri? E dei veterani che non rendono cosa pensa?

«Non rinneghiamo niente, al limite il cruccio è di non essere riusciti a ingaggiare certi giocatori che potevano fare al caso nostro, ma hanno scelto società più importanti. I veterani non hanno deluso, però adesso da loro ci aspettiamo molto».

Qualcuno maligna sul vostro progetto. Sarebbe di prospettiva troppo lunga, cioè stareste già programmando il futuro in serie B con campioncini da vendere come è stato per Verratti.

«Pura follia. Siccome tanta gente dice che siamo una società molto attenta al business e non ci strapperemmo i capelli in caso di retrocessione, basta un piccolo ragionamento per comprendere il paradosso: il vero business è la serie A».

Per salvarsi servirebbe anche qualche punto contro le big, ma i precedenti con Inter, Lazio e Juve non depongono a favore.

«Se in quelle circostanze ci siamo arresi troppo presto, con la Roma cercheremo di non arrenderci proprio per niente».

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