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Pere Guardiola: «Il Girona come il Manchester City, ma senza diktat»

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Le parole di Pere Guardiola, fratello di Pep e presidente del CdA del Girona, sul City Football Group, proprietari del club

Il Girona è capolista in Liga e il club fa parte della famiglia del Manchester City, il City Football Group. Presidente del Cda della società spagnola è Pere Guardiola, fratello di Pep. Ecco la sue parole a La Gazzetta dello Sport.

IL CFG HA 13 SQUADRE – «Tutto è partito col NY City, per il marchio è una questione di immagine oltre che di calcio, poi a Melbourne e Yokohama, quindi Montevideo per controllare il mercato sudamericano, e poi l’espansione in Europa, anche in Italia con il Palermo».

COME FUNZIONA – «Ogni club è organizzato e lavora in maniera individuale, non si può applicare il modello di una franchigia a una squadra di calcio. Però c’è una sinergia che porta alla condivisione di dati e informazioni sui giocatori. I direttori generali e i direttori sportivi devono avere il dna del club e sentirne il feeling. Non si producono gemelli in provetta. E da 2.000 chilometri di distanza non si può dire chi deve giocare o cosa deve fare. La quotidianità deriva solo dal lavoro in situ, però sì che c’è un senso di squadra: i direttori sportivi si trovano a Manchester 3-4 volte l’anno. I direttori generali hanno una call settimanale per condividere la strategia di ogni club, e la cosa funziona molto bene. Poi ognuno deve gestire i suoi problemi, che sono molto diversi: a Palermo hanno 30.000 tifosi ogni settimana e una pressione gigante che fa bene e male. Qui a Girona è un’altra storia».

MODELLO DI GIOCO – «Diciamo che c’è un’idea di base comune che riguarda anche il modello di gioco, si prova a seguire la casa madre perché è un esempio brillante, il City ha appena vinto il Triplete… Però ripeto, nessun diktat. Ogni squadra ha le sue esigenze, la sua storia e un allenatore diverso».

GLI OBIETTIVI DEL GIRONA – «Il primo era salvarsi e ci mancano 10 punti. A occhio dovremmo farli. Poi punteremo a superare i punti fatti l’anno scorso. Terzo obiettivo: l’Europa, e così via, fino al massimo. Diciamo che ci mettiamo degli obiettivi nuovi man mano che ne conquistiamo uno. Senza pensarci, e continuando a goderci il momento».

DISPONIBILITA’ ILLIMITATA – «No, no, tutt’altro. Le regole della Liga sono molto rigide in termini di limiti salariali, ci dicono ciò che possiamo spendere e controllano a fondo. Puoi prendere al massimo 3 giocatori da una stessa squadra, e se questa squadra ne controlla altre la regola del 3 si estende a tutto il gruppo. Dopo i primi 3 la Liga inizia a farti pagare un sovrapprezzo che aumenta ad ogni giocatore acquisito dal gruppo, e per una società piccola come la nostra, con budget e limiti salariali bassi, diventa impossibile superare la regola del 3».

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