2016
Perché il Napoli e perché la Juventus
Juventus Napoli, mancano quarantotto ore alla supersfida di cui si parla anche in America
Ne parlano anche negli Stati Uniti d’America oramai. E non un cittadino come gli altri ma il primo di New York City: il mayor, come dicono quelli bravi, Bill de Blasio. Che non è riuscito a celare il richiamo delle sue origini e schierarsi senza troppi equilibri dalla parte del Napoli: la Juventus senza Andrea Pirlo, a detta del sindaco di NYC, perde valore di fronte ad una squadra – quella di Sarri – pronta ad imporsi agli occhi del mondo come la migliore realtà italiana.
PERCHE’ IL NAPOLI – L’auspicio dell’originario (per via dei nonni materni) di Sant’Agata de’ Goti, incantevole paesino in provincia di Benevento e dal 2012 a pieno titolo nell’associazione dei Borghi più belli d’Italia, è palesemente quello di un popolo: il mondo partenopeo, un po’ a sorpresa ripensando alle recenti ceneri lasciate dall’era Benitez, si ritrova nel pieno di una lotta scudetto con la rivale di sempre. E con un livello di consapevolezza mai raggiunto prima nel recente passato: il Napoli ha conteso scudetti a Milan e Juventus – negli anni di Mazzarri – ma vivendo il tutto in maniera piuttosto fatalistica. Oggi i partenopei arrivano allo scontro diretto da capolista della classifica, con numeri da record che oramai conoscerete a memoria, con uomini che in campo si guardano non terrorizzati ma pienamente coscienti della parte da eseguire. L’essenza del Napoli di Sarri è il girone d’Europa League: disputato ricorrendo alle consuete rotazioni d’organico, chiuso a punteggio pieno e con la medesima proposta calcistica riversata sul campo. Perché? E’ il chiaro segnale della circostanza per cui, dal più al meno pagato interprete della squadra, sia chiaro a tutti cosa dover fare. Girone alla portata? Certo, ma lo era anche con Benitez e Mazzarri. Chiedere a Young Boys o al bomber Tim Matavz.
PERCHE’ LA JUVENTUS – Perché è abituata a farlo. Non torneremo ulteriormente sulla storia di come fosse nata la stagione bianconera e come si sia invece concretizzata: lo abbiamo del resto ripetuto in più di un’occasione. Ma anche guardando avanti, al futuro di una sfida scudetto tanto sentita e cruciale, il pensiero non può che andare a chi c’era e non c’è più: la Juventus troverà gli argomenti per sopperire – nei momenti clou dello scontro diretto con il terribile Napoli di Sarri – alle assenze di trascinatori quali Tevez e Vidal o alla leadership tecnica e carismatica del genio Andrea Pirlo? Se le risposte devono giungere dal recente passato sono assolutamente affermative: 14 vittorie consecutive non possono manifestarsi per caso e sono il simbolo più evidente di una mentalità inarrivabile costruita mattone dopo mattone nel tempo. Un’attitudine che va oltre gli interpreti e che resta stampata sulla maglia: per indossarla occorrono gli attributi, per cui o dimostri di averli, o studi dai più grandi per costruirteli, o inevitabilmente non sei da Juventus. E così, i giovani che avrebbero dovuto impiegare tempo per trainare la Juve del futuro, di tempo ne hanno impiegato meno.
PERCHE’ E’ DECISIVA – Il pareggio in effetti lascia tutto approssimativamente invariato: il Napoli conserverebbe il vantaggio nello scontro diretto ma lo scarto di punti sarebbe tanto esiguo da non consentire alcun passo falso. E dunque l’equilibrio risulterebbe immutato. Ma le due vittorie invece cambiano lo spartito: con i partenopei in grado di imporsi allo Juventus Stadium il vantaggio non sarebbe più così tanto marginale, cinque punti – sei pieni considerando lo scontro diretto – di fatto da gestire nel rush finale. Dove il Napoli, con lo scudetto tra le sue mani, potrebbe buttarlo esclusivamente per sopravvenuta paura di volare: al momento, guardando anche all’abilità nel ribaltare gli svantaggi iniziali contro i temibili e terribili Sassuolo ed Empoli, questo tremolio non sembrerebbe albergare dalle parti di Castelvolturno. Dovessero essere i bianconeri ad avere la meglio, il vantaggio – direte voi – sarebbe ancor meno ampio dei due punti che attualmente separano Napoli e Juventus. Ed avete ragione. Ma il segnale lanciato all’intero campionato sarebbe di quelli agevolmente interpretabili: se vinciamo da 14 gare consecutive, e neanche il Napoli dei record è in grado di arrestarci, diteci voi chi. Sulla mentalità necessaria poi a gestire il finale abbiamo già detto tutto: da quelle parti non si trema. Forfait di Chiellini incluso. Ora spazio al campo: ne parlano anche dall’altra parte del mondo, noi ce l’abbiamo qui.