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Percassi: «Basta parlare di scudetto! Siamo l’Atalanta, pensiamo alla salvezza. Su Abraham…»
Antonio Percassi ha rilasciato una lunga intervista a l’Eco di Bergamo dove ha parlato dell’Atalanta e degli obiettivi della stagione
Antonio Percassi, presidente dell’Atalanta, ha rilasciato una lunga intervista a l’Eco di Bergamo. Ecco alcuni estratti.
SCUDETTO – «Mi piacerebbe che si smettesse di parlare di scudetto, siamo l’Atalanta e di scudetti ne abbiamo appena vinti tre consecutivi conquistando tre terzi posti in Serie A. E altri due, più una terza finale due mesi fa, li abbiamo vinti con la Primavera».
ATALANTA – «Siamo l’Atalanta, non esiste che pareggi col Bologna e facciamo i funerali… Guardi, noi gestiremo sempre la società per garantire l’equilibrio, come prima cosa è fondamentale mantenere i conti in ordine. Secondo me ci siamo rinforzati […] Senza la cessione di Romero non sarebbe stato possibile ampliare l’organico in tutti i reparti. Io ho il dovere di tenere i piedi per terra. Perché se pareggio col Bologna e sembra che siamo retrocessi allora siamo fuori dal mondo. Si deve smettere di pensare che l’Atalanta possa vincere lo scudetto. Così si perde la misura e non si è mai contenti. Di niente. Meglio occuparsi d’altro…».
ABRAHAM – «Abraham? Ecco un altro esempio di cosa siamo e di cosa non possiamo essere. Conosciamo il ragazzo da tempo, ma costo del cartellino e ingaggio sono da grande club. Noi abbiamo un’altra dimensione. Sto solo difendendo scelte che consideriamo fondamentali per il futuro della società. Primo l’equilibrio nei conti. Solo vendendo Romero possiamo poi fare più di 60 milioni di investimenti e non possiamo prendere Abraham perché non è nelle dimensioni dell’Atalanta».
SALVEZZA – «Non derogheremo mai alle nostre regole, quindi prima bisogna arrivare in fretta ai 40 punti. Prima ci arriviamo e prima potremo guardarci intorno, perché il passo successivo sarà puntare a confermarci in Europa. Ma prima conta confermarsi in categoria […] Invito tutti a godere sino in fondo di quello che stiamo vivendo. Con orgoglio, da bergamaschi e atalantini. Vista la nostra storia questo è un sogno che si concretizza, dobbiamo esserne fieri, ogni giorno. E pensiamo a salvarci in fretta».
MERCATO – «La squadra davanti è la stessa della stagione scorsa, mi pare che dopo la partenza di Gomez il rendimento in termini di gol e di punti sia migliorato. E io credo nel recupero di Ilicic, che a sentire il mister si sta allenando molto seriamente, oltre che nella crescita di chi ormai si è ambientato».
ROMERO – «Siamo l’Atalanta e a certe cifre l’Atalanta ha il dovere di vendere. L’operazione ci ha permesso di fare investimenti per più di 60 milioni. Senza la cessione di Romero non sarebbe stato possibile ampliare l’organico in tutti i reparti».
ACQUISTI – «Musso è una primissima scelta, di Demiral parleremo quando avrà imparato il calcio del mister. Zappacosta è una grande operazione, e per fortuna Luca ha un rapporto speciale con il Chelsea, altrimenti probabilmente l’avremmo perso. L’ho visto col Bologna, ha una gamba impressionante. Il mio sogno è che dopo le gioie di Toloi e Pessina campioni d’Europa, Zappacosta da atalantino possa tornare in Nazionale».
PICCOLI – «Non ha giocato tanto neppure allo Spezia, ma ha segnato 5 gol in Serie A. E qui ha cominciato con una rete da tre punti a Torino. Se segna 5-6-7 gol, a me va bene anche che giochi poco. Piccoli è bergamasco ed è figlio di Zingonia. Tenerlo è una scelta calcistica e non solo: in Europa i ragazzi giocano nei grandi club a 18 anni e per tutto il settore giovanile lui è già un simbolo. Lui e Scalvini, che ha esattamente 18 anni e diventerà fortissimo».