2017

Atalanta, Percassi ironico: «Europa League? Andremo in finale. Spinazzola resta»

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Il presidente dell’Atalanta Percassi scherza ricordando la leggendaria Dea del 1988, semifinalista contro il Malines. E poi blinda il mercato: «Spinazzola rimarrà»

C’è un clima paradossalmente allegro, disteso, alla “que sera, sera” in casa Atalanta dopo i per niente agevoli sorteggi di Europa League tenuti all’ora di pranzo in quel di Monte Carlo. I bergamaschi, come saprete tutti, se la dovranno sudare nel temibile gruppo E con Olympique Lione (privo del “gunner” Lacazette, ma con un Traorè in più), Everton (rinforzati dal ritorno a casa di Wayne Rooney) e l’Apollon Limassol di mister Sofronis Augousti, una sorta di Arsene Wenger locale vista la sua lunghissima militanza (prima panchina nel 1998!) nella formazione cipriota.

Quindi due trasferte caldissime tra Francia ed Inghilterra (a proposito: a Lione si giocherà anche la finalissima di Europa League, il 16 maggio 2018…) più una gita scomoda, di giovedì sera, in un’isola ben lontana da Bergamo. Ci sarebbe da invidiare il girone del Milan (viaggi dietro l’angolo in Austria e Croazia) o addirittura la Lazio (attesa a pochi chilometri da qui, nella tana del Nizza), ma la Dea partiva comunque dalla terza fascia, non annusava l’Europa della primavera del 1991 (eliminata in quel caso dall’Inter di Trapattoni) e quindi il patron Antonio Percassi – intercettato in mixed zone – preferisce prenderla con filosofia. E con simpatia.

Presidente, sensazioni a caldo? Incassi a parte, non è andata benissimo per l’Atalanta…
«Sì, quelli che andremo a visitare saranno campi tosti, ma serviranno a far crescere il club. L’Atalanta è al principio di un triennio (o quadriennio) dove dovrà rigenerarsi e quindi affrontare squadre come l’Everton e il Lione ci servirà a capire diverse cose su di noi. In pratica siamo felici ed emozionati di poter crescere affrontando avversari del genere.»

Che effetto le fa ritrovare la sua squadra al principio di un’avventura europea?
«Sono passati 26 anni dalla nostra ultima partecipazione (quarti di finale di Coppa UEFA ‘90/’91, Ndr) e nel frattempo è cambiato tutto. In primis per quel che riguarda il football europeo. Inutile negarlo: non siamo più abituati a certe sensazioni e quindi il nostro primo obiettivo resta quello d’imparare.»

Esattamente trent’anni fa (stagione 1987/1988) la leggendaria Atalanta di Mondonico (in panchina) e Stromberg (in campo) raggiunse la semifinale europea di Coppa delle Coppe giocandosela ad armi pari coi belgi del Malines, poi futuri vincitori. Una ricorrenza da onorare?
«Allora vorrà dire che stavolta andremo come minimo in finale! (sorride) Scherzo, non la scriva questa cosa, era solo una battuta…»

Orgoglioso di ospitare un campione come Wayne Rooney al Mapei Stadium?
«Intanto ha fatto bene a citare il fatto che non giocheremo allo stadio Azzurri d’Italia (non idoneo per i criteri UEFA relativi ai match internazionali, Ndr), ma a Reggio Emilia. Ne approfitto per ringraziare il presidente e tutta la dirigenza del Sassuolo in virtù del grande favore che ci hanno accordato. Rooney o non Rooney, sono sicuro che la nostra tifoseria ci seguirà anche in Emilia perché erano anni che questi ragazzi sognavano serate del genere.»

La trasferta a Cipro si presenta disagevole sulla carta…
«Una gara non facile, certo, ma sono sicuro che mister Gasperini e tutto il suo staff sapranno agire di conseguenza scegliendo il meglio per il team.»

Cambiamo argomento: a livello di acquisti/cessioni a che punto è messa l’Atalanta a sei giorni dalla chiusura del mercato?
«Direi che siamo a posto così: non cambierà niente da qui al 31 agosto. Spinazzola? Abbiamo parlato con la Juventus e quindi, anche per questa stagione, resterà con noi. Avremo bisogno del miglior Leonardo, così come di tutti i suoi compagni, per farci valere sia in campionato (domenica sera la Dea ospiterà il Napoli di Sarri, Ndr) che in Europa League.»

Possiamo già parlare di obbiettivi?
«Puntiamo ad una salvezza tranquilla oltre a dare il meglio di noi in Europa. Per onorare questo trofeo e far felici tutti gli sportivi bergamaschi.»

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