2016

Pelé al Napoli. Come Maradona

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La clamorosa rivelazione dalle parole di O Rei: la storia del Napoli con Pelè e Maradona

Ci sono stati alcuni momenti in cui ho fortemente considerato l’ipotesi di lasciare il Brasile: in Spagna mi voleva il Real Madrid, in Italia il Napoli. Poi ho scelto di restare in patria: l’ho trovato corretto e per di più militavo in una delle squadre più forti del pianeta”. Firmato Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelé, intervenuto nell’ambito della presentazione del film Pelé: birth of a legend.

COSA? – Ora riavvolgete il nastro della storia del calcio e fermatevi un attimo a pensare, dando sfogo ad ogni angolo nascosto della vostra immaginazione: Pelé al Napoli. Anni ’60, vent’anni dopo sarebbe approdato all’ombra del Vesuvio un tale Diego Armando Maradona. Così una delle piazze più passionali del pianeta avrebbe annoverato le due leggende più accreditate nelle pagine di questo sport. Con una storia, quella del Napoli, profondamente diversa da come oggi la si descrive: raddoppiate quanto riuscito al Pibe de Oro e sommate al tutto la circostanza per cui – a scriverla questa storia – sarebbero stati i due calciatori più forti di sempre. Beh, cosa?

LA CONFERMA – Eppure quella che, nonostante fosse proveniente proprio dalle parole di O Rei, sembrava una boutade è stata pienamente confermata dalle dichiarazioni dell’allora presidente del Napoli Roberto Fiore: “Sì, presentai al Santos un’offerta di acquisizione per il cartellino di Pelé: avevamo però già terminato gli abbonamenti e per farlo arrivare a Napoli avrei dovuto disporre di uno stadio più grande. Peccato, il club avrebbe avuto i migliori di sempre”. In quegli anni, dal ’65 al ’72, arrivarono Sivori ed Altafini: non Pelé, ci mancherebbe altro, ma poco male.

INARRIVABILE – Del resto come battere qualcuno che a soli diciassette anni disputa e vince un Mondiale segnando una rete nei quarti di finale, tre in semifinale e due in finale? Edson Arantes do Nascimento Pelé è il depositario dei seguenti record: unico calciatore ad aver vinto tre volte la Coppa del Mondo (Svezia 1958, Cile 1962, Messico 1970). Tutte lontano dal Brasile, alla faccia di chi continua a bollarlo come troppo casalingo. E’ il più giovane vincitore della storia dei Mondiali (17 anni e 249 giorni), il più giovane marcatore (17 anni e 239 giorni, nei quarti di finale con il Galles), il più giovane a realizzare una tripletta (17 anni e 244 giorni, in semifinale con la Francia). Debuttò nel suo Brasile a sedici anni contro la rivale di sempre Argentina: perse, ma andò in rete. Altro record. Così come detiene in compartecipazione i seguenti record: edizioni con almeno un gol (4), numero di reti in finale (3), numero di finali in cui è andato in rete (2). Probabilmente quanto basta a togliergli da dosso l’etichetta del calciatore limitato dalla scelta di non aver presenziato in club europei. Maradona, si megl’ e Pelé… canta ancora il popolo napoletano. Pensare ad averli avuti entrambi. Pensare alle discussioni avanti agli inarrivabili caffè partenopei, con un panorama mozzafiato e quella sfida che viene meno: una battaglia condotta in nome del proprio Dio (Diego Armando) improvvisamente tramutata in un mero confronto di stile, di gusti. Tanto sono (stati) nostri entrambi. E’ andata diversamente e per una città intera il solo accostarli resta un sacrilegio.

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