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Pavoletti Cagliari: «Ecco la differenza tra Ranieri e Nicola; Piccoli è PIU’ FORTE di me»
Leonardo Pavoletti si racconta a 360°: Cagliari, avversari, mondo del calcio e le differenze tra Claudio Ranieri e Davide Nicola
Leonardo Pavoletti è stato ospite della trasmissione “Il Cagliari in Diretta” su Radiolina. Di seguito le parole dell’attaccante e capitano del Cagliari.
MATRIMONIO – «Cosa cambia? Il conto corrente (ride n.d.r.). Cambia il fatto che senti tutto più completo, a Chia abbiamo fatto una bella cena con gli amici. Dopo anni di tempesta e malumori era importante. Dopo il grigiore degli scorsi anni abbiamo intrapreso un percorso che ora vede il sereno. Sono 8 anni che mi alleno nello stesso posto ma quando è così è bello, l’ambiente è sereno e ti piace andarci».
50′ GOL – «Eh si, giustamente me l’hanno tolto perché era una deviazione non volontaria. L’hanno dato a Piccoli. Un tifoso scherzando ha detto che mi avete visto segnare con ogni parte del corpo, quello era con la spalla (Scherza n.d.r.)».
PICCOLI – «E’ più forte di me, è giovane e dobbiamo essere bravi noi a farlo sentire bene. Come tutti gli attaccanti deve trovare un terreno fertile ed un buon maestro. Le punte ci mettono un po’ più di tempo a capire quando non spendere energie e a gestirsi ma è forte. Destro o sinistro, ha tante cose».
IL MIO MAESTRO – «L’anno di Sassuolo Sergio Floccari, ci trovavamo a pranzo insieme in un posto che frequentavamo entrambi. Riusciva sempre a darmi tanti consigli e dritte. Lui ha vissuto gli anni importanti della Serie A, era forte ma giocava in un periodo di fenomeni . Serie A impoverita? Mah, la Serie A è un ottimo campionato, lo dice il risultato che fanno nelle coppe le italiane, vedi l’Atalanta o la Roma l’anno prima. Ci perdiamo i fenomeni per i soldi, vedi l’Arabia. Secondo me lì è più una questione di non avere pressioni ed essere delle persone normale più che di soldi. In Europa non è così!».
COMO – «Proprietà importante e progetto a lungo termine, ora dovranno calarsi nella Serie A che non è facile anche con i tanti giocatori. Sono contento di sfidarli subito, ce la giochiamo alla pari nonostante gli acquisti. Abbiamo un anno di esperienza in più e vengono da una sconfitta. Noi ci stiamo allenando bene, siamo felici di andare sempre a 2000 e di lavorare bene come ci chiedere il mister. Poi dopo ne raccogli i frutti».
CAGLIARI – «Abbiamo perso giocatori importanti ma soprattutto per me che avevo un legame importante con loro, non vedendoli il primo giorno ti senti perso. Tra inserimenti e giocatori arrivati l’anno scorso stiamo ricostruendo tutto, con Nicola facciamo come con Ranieri. Dopo il suo addio era giusto che arrivasse uno come lui».
RAPPORTI UMANI – «Il calcio è un ambientaccio per chi ci lavora intorno, per chi ha gli interessi ed il contante e vede noi come merce. Ma non credere che ci siano così tante brutte persone, tutti sappiamo che dobbiamo raggiungere insieme l’obiettivo. Ho capito che bisogna rendere il compagno orgoglioso di giocare con lui, in un momento ti do una mano e poi ricambi tu quando serve a me».
ESPERIENZA – «La conoscenza del corpo e delle giocate è importante, se stai attento in settiamana ci sono dei frame che ti capitano in partita e puoi sfruttare. Prima non ero abituato a subentrare, ero abituato a fare altro. Ora so che quei 10/15 minuti sono la mia partita, se si vince o perde devi fare tipi di partite diverse; lottare o prendere falli. Con l’età trovi consapevolezza, se il mister vuole dieci minuti io li vivo come i novanta di un’altro».
RANIERI E NICOLA – «Differenza? L’approccio alla partita, Ranieri prima ti diceva che partita sarebbe stata nel bene o nel male grazie alla sua grande conoscenza. Nicola ci sa buttare fumo negli occhi e ci fa credere di essere la squadra più forte come contro la Roma, non avevamo paura. Nicola dice: “Sbagliate”, servono gli errori. Tante volte meglio una brutta verità che una bella bugia, ma a volte è meglio credere che possiamo battere tutti. Da inizio anno diciamo che vogliamo portare in campo una nuova filosofia, siamo combattivai, una squadra che reagisce colpo su colpo».
DAVIDE NICOLA – «Entrare nella testa dei giocatori è fondamentale, soprattutto a livello umano, se vuoi bene al mister raggiungi l’obiettivo. Nicola è già dentro a tanti ragazzi, si vede da come viene a parlarti, sa farti la battuta o riprenderti. La sua è una linea guida, se lui si comporta così a cascata lo fanno anche tutti gli altri e lo spogliatoio diventa più sano».
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