2015
Passione e tecnica al servizio della Lazio: Danilo Cataldi
Focus sul giovane centrocampista che vorrebbe diventare la nuova bandiera biancoceleste
Mentre sul piano mediatico l’Italia calcistica si sta occupando del caso/caos del Parma, della telefonata tra Iodice e Lotito o ancora della questione delle riforme in Federazione, l’attenzione sul campo si sposta verso un fulgido esempio che ritrae perfettamente cosa è –ancora- in grado di offrire il nostro Paese, sempre calcisticamente parlando: si tratta di un giocatore che a soli 20 anni dimostra già di essere capace di dettare i tempi del gioco, di giocare con sicurezza palla al piede, di saper calciare le punizioni, ma anche di poter giocare sulla trequarti o come mezzala: stiamo palando di Danilo Cataldi, centrocampista gioiello della Lazio che nelle ultime cinque uscite dei biancocelesti è stato quattro volte titolare. Cataldi è un romano di Roma, nato nella Capitale il 6 agosto del 1994. I primi calci al pallone li tira già a quattro anni, quando gioca per l’Ottavia, ma non passa molto prima che la Lazio, sua squadra del cuore, decida di tesserarlo: è la stagione 2006, e Cataldi diventa così un aquilotto. Il ragazzo cresce, e nel 2011 arriva a giocare con gli Allievi Nazionali, salvo passare quasi subito alla Primavera biancoceleste. Il primo trofeo con la Lazio arriva nella stagione 2012/13, quando conquista lo Scudetto di categoria: le statistiche dicono 7 gol segnati durante la stagione regolare, mentre nelle Final Eight segna una rete nella semifinale col Chievo e due in finale con l’Atalanta, score che gli vale il premio ‘Piermario Morosini’ come miglior giocatore della fase finale del torneo. Al termine della stagione il club biancoceleste, che ha già visto di cosa è capace Cataldi, offre al ragazzo il rinnovo fino al 2017, che lui firma. Ma per fare esperienza ci vuole qualcosa di più della Primavera, e così nell’estate del 2013 Cataldi viene aggregato al ritiro della prima squadra, prima di accasarsi in prestito al Crotone.
TANTA ROBA! – Guardando cosa è capace di fare Cataldi con la palla tra i piedi verrebbe immediatamente da pensare che il suo ruolo naturale sia quello di trequartista: la spontaneità con cui salta gli avversari e arriva alla conclusione, o ancora serve assist ai compagni, sembra consacrare il giocatore sulla trequarti, ma non è così. Bollini prima, nella Primavera, e Drago poi, al Crotone, fanno giocare Cataldi in mezzo al campo. Alla Lazio il giovane giocava come mezzala, mentre in Serie B inizia a prendere confidenza col ruolo di regista basso. La cosa che stupisce è vedere come il ragazzo si trovi perfettamente a proprio agio nel dettare i tempi del gioco col suo pregevole destro, come sia capace di lanciare a rete un compagno 40 metri più avanti, o ancora come ricordi un certo Pirlo quando calcia le punizioni. Il paragone potrebbe sembrare azzardato, ma il talento c’è. La prima rete da professionista arriva nel febbraio del 2014, quando segna il terzo gol nella partita col Pescara con un destro secco dal limite dell’area. Cataldi concluderà poi la stagione con 38 presenze e 4 reti, numeri che dicono molto. Ma a parlare è soprattutto il talento di Cataldi, un ragazzo che era stato cercato anche da Sir Alex Ferguson ma che ha rifiutato il Manchester United nella speranza di diventare la prossima bandiera della Lazio.
QUESTIONE DI FIDUCIA – «Io sono ancora giovane. Durante ogni allenamento cerco sempre di rubare qualcosa con gli occhi dai più grandi, per migliorare e fare bene. Riesco a rendere al meglio nel gioco che punta sulla velocità». Cataldi pronunciava queste parole giusto la scorsa estate, dopo esser rientrato alla Lazio dal prestito al Crotone. Le dichiarazioni fanno capire come il ragazzo non abbia alcun tipo di grillo per la testa, anzi, cerchi di migliorarsi il più possibile. Dice di rendere al meglio nel gioco basato sulla velocità: vero. Malgrado non sia un centometrista, Cataldi riesce a compensare con la qualità di cui la natura lo ha dotato. Per giocare come regista è fondamentale avere tecnica ma anche buoni tempi di gioco: lo sa anche Pioli, che ha visto queste qualità in Cataldi, e ha così deciso di posizionarlo a centrocampo, accanto ad un altro regista come Biglia: dall’argentino Cataldi potrà imparare tanto, e allo stesso tempo la loro presenza garantisce un elevatissimo tasso tecnico al centrocampo biancoceleste. L’esordio con la maglia della Lazio arriva negli ottavi di Coppa Italia contro il Torino, lo scorso 14 gennaio: a causa di vari infortuni, il ragazzo non è stato impiegato, ma alla prima occasione ha mostrato di che pasta sia fatto, servendo l’assist a Klose per il 3-1 biancoceleste. L’esordio in A arriva a dieci minuti dalla fine della partita col Napoli, mentre la volta successiva contro il Milan è la prima dall’inizio. Da quel momento tre presenze da titolare e una partendo dalla panchina –contro l’Udinese-, ma è proprio questo il punto: la Serie A, le società, i tifosi ed in generale il calcio italiano hanno bisogno di dare fiducia a ragazzi come Cataldi. La rinascita passa anche da loro. Ed in questo caso onore alla Lazio, capace di scovare un talento cristallino, ed onore a Pioli, che dimostra non di saper osare –perché puntare su Cataldi non è un azzardo- ma di aver capito di cosa c’è bisogno. Per quanto riguarda la Nazionale, Cataldi ha fatto tutta la trafila, a partire dall’Under-18. La prima convocazione con l’Under-21 arriva nel gennaio dello scorso anno, per lo stage di preparazione in vista del match contro l’Irlanda del Nord: l’esordio arriva proprio in quella partita, mentre la prima rete la sigla nell’amichevole persa contro la Romania. Numeri che parlano da soli, e che esprimono tutto ciò che un ragazzo classe 1994 è capace di offrire.