2020
Parma, troppi alti e bassi: benvenuti sulle montagne russe crociate
Il pagellone sul 2020 del Parma con vista sul 2021. I migliori e i peggiori dell’anno, cosa aspettarsi ancora dai gialloblù di D’Aversa prima e Liverani poi
Troppi alti e bassi nel 2020 del Parma. I gialloblù hanno chiuso la stagione 2020/2021 con 49 punti conquistati, all’11° posto della Serie A. Un traguardo importante frutto della simbiosi praticamente perfetta che si era venuta a creare tra il direttore sportivo Faggiano, la società, l’allenatore Roberto D’Aversa e l’ambiente. Grande merito al ‘costruttore’, all’ideatore della squadra, l’ex ds Daniele Faggiano che ha saputo fare di necessità virtù costruendo una squadra su misura per il suo allenatore. Un grande plauso anche al tecnico, forse troppo sottovalutato e poco considerato perché il suo calcio non è ‘alla moda’ ma nel corso degli anni D’Aversa ha saputo modificare diversi aspetti, passando anche dalla costruzione a tre o a quattro in difesa, e affidandosi alla velocità del suo uomo migliore, Gervinho.
Il Parma ha costruito le sue ultime salvezze con la spina dorsale Faggiano-D’Aversa (senza dimenticare i soci di nuovo inizio) e affidandosi in campo a elementi che si sono rivelati fondamentali come Iacoponi e Gagliolo, Scozzarella e Sepe, passando poi per i vari Bruno Alves, Kucka, Gervinho, Cornelius e Inglese, elementi di categoria che si sono integrati al meglio in terra parmigiana. Questa stagione ha visto il Parma iniziare con una nuova proprietà, Krause, che ha scelto di investire in maniera anche importante ma su giovani stranieri (e gli va dato il tempo di adattarsi), cambiando allenatore e direttore sportivo. Il lavoro di Carli andrà valutato in seguito. Liverani ha rivisto le sue idee per adattarsi alla rosa ma dovrà trovare la giusta spinta per caricare un gruppo che non era più abituato a ‘lottare’ per la salvezza, avendola conquistata sempre con largo anticipo: sarà questa la sfida principale da vincere per Liverani e il Parma nel 2021.